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Grillo: “In Italia ora la democrazia è sospesa. Andremo al governo, sarà un fenomeno naturale”

Il capo politico del MoVimento 5 Stelle in una intervista a L’Avvenire: “Non abbiamo una strategia per arrivare a Palazzo Chigi, sarà un auspicabile fenomeno naturale”.
A cura di Redazione
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Torna a parlare Beppe Grillo, con una lunga e articolata intervista concessa ad Arturo Celetti e Luca Mazza per Avvenire. Il capo politico del MoVimento 5 Stelle non affronta direttamente le questioni di strettissima attualità, ma parte da una riflessione sui cambiamenti avvenuti in Italia nell’ultimo quarto di secolo: “C’è stata una strage della decenza. Della lealtà. Della gratitudine. Del perdono. La strage di soldi, di proprietà e di sovranità messa in atto dalle banche è stata preceduta dal massacro dei valori che si è compiuto, in Italia, nell’era del berlusconismo. Bisogna sempre tenerlo a mente, restando concentrati su quello che è successo”.

Per Grillo la situazione venutasi a creare in Italia è assolutamente peculiare, amplificata da un contesto di incertezze e insicurezze: “In Italia la democrazia è sospesa. L'Europa è una nave di folli. Trump ha decretato la fine della sinistra frou frou”. Quanto alla politica interna, per Grillo non c’è differenza fra Renzi e Berlusconi, giudicati “personaggi liftati che si imitano a vicenda”, mentre “il super-personalismo alla Nembo Kid dei leader politici ci ha quasi ammazzati”, e il cammino del MoVimento 5 Stelle sembra ben definito: “Non esiste una strategia per arrivare a Palazzo Chigi. Immagino questo risultato come un auspicabile fenomeno naturale, generato da gente decisa a ‘scendere sulla terra', lontano dagli incantesimi degli agnellini salvati da Berlusconi e dalle palle seriali che vengono dal partito ora al governo”. La priorità resta una e una sola: “Conta il ripristino della democrazia in Italia che oggi è sospesa, conta il rientro dei cittadini nelle istituzioni e assistere alla costruzione di una idea di futuro”.

Sui temi, Grillo rilancia il progetto del reddito di cittadinanza: “Non è una opzione, ma una fatale necessità. Non si tratta, anche se molti la interpretano così, di una misura basata su una logica assistenzialistica, ma di un ribaltamento delle priorità e della visione della società”. Sul biotestamento, invece, non si esprime direttamente ma ricorda che “la gran parte delle posizioni etiche trova le sue basi nell'ideologia di chi la esprime; il Movimento è post-ideologico: non siamo qui a dire cosa è giusto e cosa è sbagliato per e su ogni argomento”.

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