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Grillo: “I media nascondono la sconfitta di Renzi in Europa e la vittoria della Merkel”

Il capo politico del Movimento duro su Renzi: “Ha portato voti a Schulz, l’elezione di Juncker è una sconfitta”.
A cura di Redazione
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Torna a parlare Beppe Grillo, con un tagliente commento sull'accordo in sede europea sul nuovo Presidente della Commissione, che sarà l'esponente del Partito Popolare Juncker. Per il capo politico del Movimento 5 Stelle non ci sono dubbi sul fatto che Juncker sia in perfetta continuità con quell'Europa del rigore e delle peggiori politiche neo-liberiste che abbiamo sperimentato in questi anni. Ma non solo, perché l'ex guida del Lussemburgo è dipinto come un personaggio oscuro: "Fu costretto alle dimissioni nel 2013 per il rapporto di una commissione parlamentare in cui fu presentato il quadro di una "struttura di polizia segreta", che aveva compiuto migliaia di intercettazioni illegali, organizzato missioni fuori dal suo mandato, spiato politici, acquistato automobili per uso privato con denaro pubblico e accettato soldi in cambio di favori". Insomma, come lascia intendere in maniera molto secca il titolo del post, per Grillo "dove passa Juncker non cresce più l'erba e neppure l'Europa" ed il vertice europeo non ha fatto altro che prendere atto degli equilibri incerti determinati dal voto delle Europee e "adottare un documento programmatico su linee guida molto vaghe per i prossimi cinque anni".

Ma c'è un secondo obiettivo nel post domenicale di Grillo ed è ancora una volta il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Spiega il capo politico del Movimento 5 Stelle, riferendosi al modo in cui i media hanno dato conto del vertice europeo, "quello che percepisce il lettore è che le prossime decisioni di Bruxelles passeranno ora anche da Roma e l'ignaro alla ricerca di "informazione" crederà che anche l'Europa sta cambiando verso grazie al nostro Renzi-Roosevelt". Invece, secondo Grillo, "non c'è nulla di più lontano dalla realtà" ed i media stanno provando "a nascondere la prima gravissima sconfitta di Renzi: vi avevano detto – rivolto a quel 41% di elettori che si sono recati alle urne il 25 maggio – che il voto al Pd sarebbe stato un voto a Schulz e invece è servito a nominare alla guida della Commissione europea Jean Claude Juncker, per 18 anni primo ministro di un paradiso fiscale, il Lussemburgo, l'uomo scelto da Angela Merkel nel PPE come suo fidato colonnello". Insomma, chiosa Grillo: "Il voto al Pd, in poche parole, è stato un voto alle peggiori politiche neo-liberiste che si incarnano alla perfezione nella figura di Juncker".

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