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Grecia: il no al referendum spaventa le Borse, Milano la peggiore

Borse in rosso e spread in risalita dopo la vittoria dei no al referendum in Grecia.
A cura di Antonio Palma
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La vittoria del no al referendum in Grecia spaventa i mercati finanziari sia nel vecchio Continente che nel mondo. All'apertura delle contrattazioni infatti questa mattina puntuale è arrivata un'ondata di vendite facendo crollare al ribasso tutti i principali indici delle borse. Tokyo, la prima a subire le conseguenze del voto di Atene, ha chiuso in calo del 2,08%, dopo un minimo di -2,5% e hanno chiuso in calo anche tutte le altre principali Borse asiatiche. Aertura in rosso per i i listini europei con Parigi che cede l'1,5%, Francoforte l'1,3% e Londra lo 0,8%. Piazza Affari a Milano tra le peggiori con una perdita di oltre 2.5 punti percentuali dopo aver sfiorato i -3. A condizionare l'andamento della Borsa di Milano sono soprattutto le vendite nel comparto bancario. Allo stesso modo anche lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi è in rialzo a 157 punti rispetto ai 145 della chiusura di venerdì, con un rendimento dei titoli salito al 2,37%. Lo spread Btp-Bonos si allarga invece a oltre 162 punti.

In realtà il calo seppur sostanziale è stato molto meno traumatico delle attese, senza nessun tracollo improvviso rispetto a quanto temevano alcuni analisti. In tutti i mercati finanziari infatti fino a questo momento sembra prevalere una situazione di attesa in vista dei prossimi sviluppi della situazione greca. In particolare si attendono ora le mosse de governo Tsipras ma anche le decisioni delle autorità europee e dei i leader nazionali che tra oggi e domani avranno una serie fitta di colloqui per definire il punto della situazione e riavviare e trattative con Atene. I riflettori questa mattina sono puntati soprattutto sulla Bce che dovrà decidere se concedere ancora fondi di emergenza alle banche greche come richiesto dal governo ellenico. A spiazzare gli addetti ai lavori e a dare una frenata alle vendite, però, è stato anche l'annuncio delle dimissioni del ministro delle Finanze del governo ellenico, Yanis Varoufakis, che ha spiegato: "Lascio per aiutare Tsipras nelle trattative con i creditori".

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