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Grecia: il governo chiude la tv pubblica, licenziati 2600 dipendenti

Il governo ellenico ha annunciato la chiusura degli impianti della tv pubblica entro la mezzanotte, ma i dipendenti dell’emittente hanno spiegato che tenteranno di rimanere in onda.
A cura di Antonio Palma
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Il Governo greco ha annunciato l'immediata chiusura dell'emittente radiotelevisiva pubblica Ert e il licenziamento dei suoi 2600 dipendenti a partire dalla mezzanotte di oggi. La decisione di chiudere la tv pubblica era stata già presa in precedenza come parte dell'accordo realizzato dal governo ellenico con la Troika per ridurre i costi della stato. L'annuncio ufficiale però è arrivato oggi dal portavoce del governo, Simos Kedikoglou, che in una conferenza stampa ha dichiarato "In un momento in cui al popolo greco vengono imposti sacrifici e si applicano tagli ovunque non ci possono essere entità intoccabili che possono restare intatte, non c'è spazio per ritardi o esitazioni, come non ci sono tolleranze di vacche grasse". La Ert, che comprende tre canali terrestri, uno satellitare e uno radiofonico, secondo il governo è un caso particolare "di opacità e incredibile spreco di denaro pubblico" perché "costa da tre a sette volte le altre tv e ha da quattro a sei volte il personale di altre strutture con ascolti ridotti".

Privatizzazione – Il portavoce del governo di Atene ha spiegato che però la chiusura servirà a privatizzare l'azienda rendendola più snella per poi riaprire i battenti con personale ridotto. La Ert sarà sostituita "da una struttura moderna ma non di proprietà dello Stato" ha precisato Kedikoglou, assicurando che ai dipendenti della tv pubblica sarà assicurato un compenso. Agli attuali dipendenti verrà comunque concessa la possibilità di presentare richiesta di assunzione nella nuova struttura anche se i sindacati non ci stano e minacciano battaglia. In accordo con i sindacati, infatti, i lavoratori della tv pubblica tenteranno di restare in onda.

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