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Grecia, Banca Centrale: “L’austerity ha causato un aumento della mortalità infantile”

Secondo un dossier della Banca Centrale greca la mortalità infantile è salita dal 2,65% del 2008 al 3,75% nel 2014.
A cura di D. F.
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Le politiche di austerità non hanno conseguenze solo sui consumi e sull'economia: a lungo andare, infatti, minano seriemente la qualità della vita e la stessa salute dei cittadini, come dimostra il caso della Grecia, paese in cui la mortalità infantile è salita dal 2,65% del 2008 al 3,75% nel 2014. Negli anni della grande crisi economica che ha attanagliato il paese vi è stato un aumento significativo di decessi tra i minori con meno di un anno di età. A rivelarlo è l'ultimo rapporto di politica monetaria della Banca di Grecia che, riprendendo le statistiche stilate dall'Elstat nel 2015, ha scattato una foto decisamente preoccupante sul deterioramento delle condizioni di vita dei cittadini ellenici: "Anche se saranno necessari diversi anni per rilevare l'impatto complessivo della crisi economica sulla salute della popolazione greca, diversi indicatori della salute hanno iniziato a peggiorare", sottolinea il dossier

"La quota della popolazione sopra i 15 anni che soffre di un problema di salute cronico è salita dal 39,7% nel 2009 al 49,3% nel 2013. Degna di nota è la constatazione che la salute fisica dei bambini è influenzata negativamente dalla crisi economica", continua il rapporto.  "La percentuale di bambini che nascono sottopeso (meno di 2,5 chili) in Grecia è aumentata del 19% nel periodo 2008-2010". L'aumento della mortalita' infantile, si legge ancora nel documento, si accompagna "a un declino delle nascite pari al 22,1% nel periodo citato".

Ma oltre alla salute fisica a peggiorare è anche quella mentale: il numero di greci che negli anni della crisi hanno riscontrato problemi di depressione è aumentato, passando dal 3,3% della popolazione del 2008 all'8,2% nel 2011, fino a balzare al 12,3% nel 2013. Ciò avviene in un contesto in cui anche l'accesso alle cure è sempre più difficile, visti i tagli alla spesa per la sanità pubblica. La Banca di Grecia ricorda, ad esempio, il rapporto Ocse del 2015 che fissa al 21% la quota della popolazione priva di copertura sanitaria, mentre è un cittadino su sei ad affermare di non poter soddisfare le proprie esigenze mediche a causa della povertà. "Al fine di rispondere alle esigenze mediche e farmaceutiche insoddisfatte", sottolinea il rapporto, "è aumentata nei centri urbani la presenza di cliniche di volontari che, prima della crisi, si occupavano principalmente dei bisogni degli immigrati privi di copertura". "E' evidente la necessità che le politiche di riforma siano più mirate sul rafforzamento dell'efficienza dei servizi sanitari che su ulteriori tagli alla spesa pubblica", conclude la banca centrale egea, "occorre garantire la piena copertura sanitaria della popolazione, in particolare i non assicurati e i gruppi sociali più colpiti dalla crisi economica".

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