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Tav ed Expo: ondata di arresti per corruzione. C’è anche un dirigente del ministero

Il dirigente del Ministero ai Lavori Pubblici Ercole Incalza ha collaborato con gli ultimi sette governi ed è stato arrestato insieme ad altre tre persone.
A cura di Davide Falcioni
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UPDATE – A nome del governo è intervenuto stasera sull’inchiesta il sottosegretario Delrio, ospite a Otto e mezzo. “Lupi ha già fornito delle spiegazioni sul figlio, siamo a inizio inchiesta ed è prematuro trarre elementi di colpevolezza per il ministro e il governo. La responsabilità penale delle persone è individuale. Non c'è un sistema Ncd che proteggeva Incalza. Se saranno accertati i fatti, sono gravissimi, dobbiamo andare fino in fondo, nessun tentennamento, ma si fa fatica a parlare di responsabilità politiche senza nessun politico indagato”, ha detto Delrio. Da parte sua Lupi si è difeso dalle accuse di presunti favori e regali fatti a lui e a suo figlio Luca, ipotesi contenuta nelle intercettazioni dell'inchiesta Sistema della procura di Firenze, che ha portato all'arresto di Ercole Incalza: “Non ho mai chiesto all'ingegner Perotti né a chicchessia di far lavorare mio figlio. Non è nel mio costume e sarebbe un comportamento che riterrei profondamente sbagliato”.

UPDATE – Stefano Perotti, uno degli imprenditori arrestati stamattina nell'ambito dell'inchiesta sulla corruzione per gli appalti delle grandi opere, avrebbe procurato dei lavori al figlio del ministro delle Infrastruttura, Maurizio Lupi. A renderlo noto è il gip di Firenze nell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei quattro. Nel documento è scritto che la Struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture opera alle dirette dipendenze del ministro ed è stata diretta per anni da Ercole Incalza, soggetto secondo gli inquirenti "in grado di condizionare il settore degli appalti pubblici per moltissimi anni". "Il ministro Lupi – si legge nell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Incalza e di altri tre indagati – a fronte della proposta di soppressione della Struttura di Missione o di passaggio della stessa sotto la direzione della presidenza del Consiglio arriva a minacciare una crisi di governo". Nel documento redatto dal Gip viene inoltre  riportato un brano della conversazione intercettata. Dice Lupi: "…vado io guarda… siccome su questa cosa…te lo dico già…però io non voglio…cioè vorrei che tu dicessi a chi lavora con te che sennò vanno a cagare!…cazzo!…ho capito!… ma non possono dire altre robe!… su questa roba ci sarò io li e ti garantisco che se viene abolita la Struttura Tecnica di Missione non c'è più il governo!…l'hai capito non l'hanno capito?".

E' stato arrestato questa mattina Ercole Incalza, dirigente del ministero dei Lavori Pubblici. L'uomo è finito in manette su richiesta della Procura di Firenze insieme ad altre tre persone, mentre sono in corso oltre 100 perquisizioni su appalti pubblici. L’operazione è coordinata dai carabinieri del Ros. Nel mirino la gestione illecita degli appalti delle cosiddette Grandi opere. Agli indagati vengono contestati i reati di corruzione, induzione indebita, turbata libertà degli incanti ed altri delitti contro la Pubblica amministrazione. I magistrati definiscono un "articolato sistema corruttivo che coinvolgeva dirigenti pubblici, società aggiudicatarie degli appalti ed imprese esecutrici dei lavori" quello messo in piedi dagli indagati.

Oltre ad Incalza sono finiti in manette gli imprenditori Sandro Pacella, Francesco Cavallo e Stefano Perotti: gli indagati, tuttavia, sono oltre 50 e tra loro non mancano esponenti politici, che tuttavia secondo l'Ansa non sarebbero di primo piano. L'inchiesta nasce dalle analisi degli appalti della Tav fiorentina e per il sotto attraversamento della città. A quel punto l'inchiesta si è allargata a tutte le principali reti di "alta velocità" del centro nord del paese e a una serie di altri appalti, tra i quali non mancano quelli relativi all'Expo.

Ercole Incalza è una vecchia conoscenza del ministero dei Lavori Pubblici, dove arrivò nel 2001 guindando la segreteria tecnica di Pietro Lunardi. Incalza è però riuscito a rimanere al suo posto anche nei successivi 14 anni, cambiando ben sette governi e collaborando con i ministri Di Pietro, Altero Matteoli, Corrado Passera e le due gestioni di Maurizio Lupi, con gli esecutivi di Letta e Renzi.

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