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Google e Groupon: futuri nemici per la pubblicità online

Forse sta tutto qui il segreto dell’offerta d’acquisto miliardaria fatta da Mountain View al sito di ecommerce statunitense: bisognava evitare di trovarsi di fronte un…
A cura di Anna Coluccino
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Google-Buy-Groupon

Forse sta tutto qui il segreto dell’offerta d’acquisto miliardaria fatta da Mountain View al sito di ecommerce statunitense: bisognava evitare di trovarsi di fronte un agguerrito competitor nel settore dell’advertising e, pertanto, si è tentato di inseguire il vecchio adagio che recita: "se non puoi combatterli, unisci a loro". Ma, a quanto pare, Groupon crede di poter combattere, non teme lo scontro con il colosso informatico, ed è pronto a giocarsela sul campo. Ed ecco che il rifiuto di entrare a far parte dell’affollato harem di Google equivale a lanciare un guanto di sfida, qualcosa del tipo: “che vinca il migliore”.

Questo significa che sono in molti a credere che il settore del local advertising sia in decisa crescita e che rappresenti uno dei migliori investimenti a lungo termine del momento. Da qui a qualche anno, il settore dell’online advertising affronterà cambiamenti notevoli e si trasformerà in qualcosa di completamente diverso da ciò che siamo abituati a vedere e. Il modello ideato da Groupon, in questo senso, rappresenta un’idea che già ammicca al futuro e che farà sicuramente da punto di riferimento per tutto ciò che verrà.

Google lo aveva capito, ed aveva scelto di compiere un acquisto dispendioso, piuttosto che doversi inventare una nuova formula in grado di battere quella dell'offerta del giorno. Se ancora non vi è chiaro in che modo un sito come Groupon può trovarsi a sottrarre gli inserzionisti a Google, provate ad analizzare questo semplice esempio.

Immaginate di avere una qualunque attività commerciale (negozi, ristoranti, hotel, centri benessere), qualunque cosa si configuri come una realtà che offre beni o servizi. E immaginate ora, di avere un certo budget per il marketing, da spendere in una di queste due opzioni: pubblicare un'inserzione (grafica, audio o video) attraverso i canali offerti da Mountain View, oppure ideare un pacchetto di offerte ad un prezzo promozionale da vendere ad un gruppo di nuovi clienti.

In una prima fase, vendere una serie di beni o servizi ad un prezzo equivalente ai costi di produzione può rappresentare un investimento oneroso, ma la probabilità di conquistare nuovi clienti, e quindi di ampliare il proprio mercato, è molto elevata, almeno quanto lo è pubblicare una buona inserzione online. E in ogni caso, i costi di una simile operazione verrebbero conteggiati nel budget destinato alla promozione.

Da questo semplice esempio è facile intuire come Google e Groupon lottino per la medesima quota di mercato. Il denaro che le aziende riservano alla promozione è sempre lo stesso, ma ora esistono due diversi modi di spenderlo, e se un tempo Mouintain View raccoglieva buona parte di questo denaro, presto si vedrà costretta a dividerlo con un altro grande competitor.

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