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“Gli USA controllano anche la posta”, lo dice il New York Times

Il Datagate si arricchisce di nuovi particolari. Secondo il quotidiano della Grande Mela, su richiesta di polizia o FBI, i computer del servizio postale americano fotografano l’esterno di ogni lettera o pacchetto inviato.
A cura di Biagio Chiariello
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Telefonate, mail, contatti sui social network. Sono gli ingredienti principali dello scandalo Datagate, a cui oggi, secondo il New York Times, se ne aggiunge uno nuovo: negli Stati Uniti viene sorvegliato anche tutto il traffico postale tradizionale. A quanto scrive oggi il principale quotidiano della Grande Mela, i server del servizio postale americano scattano una foto alla parte esterna di ogni lettera o pacchetto inviato, in base al Mail Isolation Control and Tracking Program. Non è chiaro per quanto tempo vengano conservate le immagini, circa 160 miliardi l'anno. Tale programma esiste da un centinaio di anni, mentre la raccolta delle immagini è cominciata, su richiesta della polizia, dopo il caso delle lettere all'antrace, che uccisero cinque persone alla fine del 2001. Le autorità difendono il programma, adducendo che è per esempio servito a inchiodare l'attrice Shannon Guess Richardson che aveva inviato lettere all'antrace al presidente Barack Obama, accusando falsamente suo marito di averlo fatto. Allo stesso modo il controllo del traffico postale ha permesso di scoprire giri di prostituzione, traffici di droga, truffe e casi di funzionari corrotti.

Il monitoraggio della posta viene semplicemente richiesto dalle forze dell'ordine o direttamente dl'Fbi, ma non prevede l'apertura della corrispondenza, per la quale è necessario l'ordine di un giudice. "È un tesoro d'informazioni – racconta J. Wedick, ex agente Fbi – solo guardando l'esterno della posta, si può capire qual è la tua banca, con chi comunichi, tutte informazioni utili che danno piste da seguire agli investigatori". Tuttavia, aggiunge, "ci possono essere facilmente degli abusi perchè è così facile da usare e non devi andare da un giudice. Basta riempire un modulo". In tal senso, il NYT cita il caso di Mary Rose Wilcox, uno dei supervisori (sorta di consiglieri provinciali) della contea di Maricopa in Arizona, a cui nel 2012 è stato riconosciuto da un tribunale federale un risarcimento un milione di dollari dopo che lo sceriffo Joe Arpaio aveva preteso la sorveglianza della sua posta.

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