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Gli strumenti di tortura e repressione “Made in China”

Un dossier di Amnesty Internationale e Omega Research Foundation ha svelato la florida attività commerciale di 130 aziende cinesi specializzate nella costruzione di strumenti di repressione e tortura: dai manganelli elettrici ai bastoni acuminati, dai dispositivi serra gambe alle sedie di contenimento. Tutti oggetti venduti soprattutto in Africa a forze di polizia senza scrupoli.
A cura di Davide Falcioni
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Manganelli che rilasciano scariche elettriche, bastoni acuminati, dispositivi "serra-gambe", gabbia per il collo, pistole elettriche. E' solo una parte del "campionario degli orrori" prodotto in Cina e svelato da un dossier realizzato da Amnesty International e Omega Research Foundation, che ha rivelato il vivace commercio di questti che sono stati definiti senza mezzi termini "strumenti di tortura" destinati al mantenimento dell'ordine pubblico da parte delle forze di polizia. Le aziende produttrici, che 10 anni fa erano "solo" 20, sono aumentate a dismisura e oggi sono 130, per un giro d'affari milionario fatto sulla pelle molto spesso di oppositori politici, contestatori o piccoli criminali. Patrick Wilcken, ricercatore sul commercio di materiali di sicurezza e diritti umani, ha dichiarato: "Sempre più aziende cinesi stanno facendo profitti col commercio di strumenti di tortura e di repressione, alimentando le violazioni dei diritti umani a livello mondiale. Questo commercio, che procura immense sofferenze, è in pieno boom poiché le autorità cinesi non fanno nulla per impedire alle aziende di esportare questi disgustosi congegni o per impedire che strumenti destinati ad attività di polizia finiscano nelle mani di noti violatori dei diritti umani".

Bastoni acuminati e manganelli elettrici tra gli strumenti più venduti

Tra i congegni venduti e apertamente pubblicizzati da queste ditte cinesi ci sono bastoni acuminati, con punte di metallo disposte su tutta la superficie o, nel migliore dei casi, su un'estremità: si tratta di strumenti che provocano enormi sofferenze e il cui utilizzo è stato documentato in Cambogia, Nepal e Thailandia. Ci sono poi i "manganelli elettrici" prodotti da 29 società, che consentono di applicare facilmente scariche multiple su parti sensibili del corpo umano: dalla lingua ai genitali, dall'inguine alle orecchie. "Non può esservi alcuna scusa per consentire la produzione e il commercio di strumenti il cui scopo principale è quello di torturare o infliggere trattamenti crudeli, disumani e degradanti, atti efferati totalmente vietati dal diritto internazionale. Le autorità cinesi dovrebbero introdurre il divieto di produrre ed esportare questi strumenti" – ha aggiunto Wilcken.

Amnesty: "La Cina vigili sulle esportazioni degli strumenti di repressione"

Una delle ditte nel mirino di Amnesty è la China Xinxing Import / Export Corporation, azienda che pubblicizza congegni serra-pollici, sedi di contenimento, pistole e manganelli elettrici. Due anni fa questi dispositivi sono stati venduti ad oltre 40 paesi africani, per un fatturato complessivo superiore a 100 milioni di dollari. Il dossier di Amnesty International e Omega Research Foundation segnala in particolare la scarsa trasparenza e la mancata valutazione della situazione dei diritti umani nei paesi "acquirenti": "L'imperfetto sistema cinese delle esportazioni ha permesso al commercio di strumenti di tortura e di repressione di espandersi. È urgente che le autorità cinesi rivedano le norme in materia di commercio per porre fine all'irresponsabile trasferimento di equipaggiamento per il mantenimento dell'ordine pubblico che verrà con ogni probabilità usato per violare i diritti umani".

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