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Gli Stati Uniti potrebbero reintrodurre l’obbligo di visto per i cittadini italiani

La proposta è stata avanzata dal segretario alla Homeland security, che ha annunciato di essere intenzionato a riformare i “visa waiver”, ovvero l’esenzioni da visto turistico previste per i Paesi considerati sicuri dall’amministrazione Usa.
A cura di Charlotte Matteini
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Dopo il tanto dibattuto "Muslim ban" varato da Donald Trump nel corso delle prime settimane di presidenza, ora potrebbe arrivare il cosiddetto "European ban", ovvero l'obbligo di visto d'ingresso per tutti i turisti di origine europea, italiani inclusi. Secondo quanto annunciato dall'agenzia di stampa americana Bloomberg, il segretario alla Homeland Security, John Kelly, starebbe pensando a una riforma dei "visa waiver", ovvero delle esenzioni da visto che gli Stati Uniti concedono solitamente ai turisti provenienti da Regno Unito, Francia, Germania e Italia e soggiorna in territorio statunitense per un massimo di 90 giorni a scopo turistico. Secondo quanto si apprende da iniziali informazioni, Kelly vorrebbe in questa maniera impedire l'accesso in Usa ai cosiddetti "foreign fighters" che combattono per l'Isis e che sono formalmente cittadini europei, in possesso di regolari documenti e passaporti.

Il possesso del passaporto di uno stato dell'Unione europea faciliterebbe l'ingresso di potenziali "lupi solitari" permettendo loro di compiere atti terroristici in territorio statunitense. "Quelli vogliono venire qui perché colpire l'America è come vincere il Super Bowl per i terroristi. Ora che li stiamo sconfiggendo in Iraq e ben presto anche in Siria, molti di loro torneranno nelle loro case europee e da lì cercheranno di raggiungere gli Stati Uniti", ha spiegato Kelly. Se la riforma proposta e annunciata da Kelly dovesse passare, i turisti europei sarebbero costretti a richiedere regolare visto turistico in anticipo al consolato del proprio Paese, che a differenza del sistema Esta (ovvero lo strumento online che gestisce i visti turistici per cittadini provenienti da Paesi considerati sicuri) potrebbe svolgere accurati controlli preventivi. La riforma proposta da Kelly, però, potrebbe provocare numerosi problemi di tipo gestionale, perché questo salto all'indietro nel tempo aumenterebbe di molto la mole di lavoro degli uffici consolari preposti, che al momento non hanno le risorse necessarie a gestire un enorme picco di richieste rispetto all'attuale ordinaria amministrazione.

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