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Gli italiani non spendono per paura delle tasse e di una nuova crisi economica

Un report di Unimpresa sottolinea come le famiglie italiane abbiano immobilizzato in banca gran parte dei propri risparmi, per timore della recrudescenza della crisi.
A cura di Redazione
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È un report di Unimpresa a evidenziare ancora una volta uno dei limiti del processo di crescita italiano, la lenta ripartenza dei consumi, tema strettamente connesso con la fiducia dei cittadini. In particolare, Unimpresa ha presentato uno studio "sui salvadanai degli italiani", ovvero sui depositi delle famiglie.

Secondo il centro studi dell'associazione, dunque, "negli ultimi 12 mesi nei conti correnti sono stati accumulati 78 miliardi in più rispetto all’anno precedente". Le cifre sono eloquenti:

Da maggio 2016 a maggio 2017 il totale dei depositi di cittadini, aziende, assicurazioni e onlus è aumentato di oltre il 4% passando da 1.248 miliardi a 1.299 miliardi. Le famiglie non spendono e hanno lasciato in banca 26 miliardi in un anno (+3%), le aziende non investono e i loro fondi sono cresciuti di oltre 21 miliardi (+9%), le imprese familiari hanno visto crescere i loro fondi di 4 miliardi (+7%). Le riserve delle assicurazioni sono calate di 1 miliardo (-4%). In aumento i fondi delle onlus di quasi 1 miliardo (+3%). Si registra anche il boom dei conti correnti, cresciuti di oltre 78 miliardi negli ultimi dodici mesi, passando da 915 miliardi a 993 miliardi

Nel dettaglio, i salvadanai delle famiglie sono sono cresciuti da 919,1 miliardi a 945,1 miliardi con una impennata di 26,01 miliardi; mentre solo i conti di assicurazione e i fondi pensione fanno registrare un calo, del 4,7%.

Nella lettura di Unimpresa, a frenare i consumi, gli investimenti e il credito "sono rispettivamente la paura di nuove tasse, l’assenza di certezze sul futuro". Uno scenario non positivo, come commenta il vicepresidente di Unimpresa Maria Concetta Cammarata: "I dati mostrano che le disponibilità finanziarie delle aziende e delle famiglie italiane sono congelate. Se i cittadini accumulano per timore di nuove tasse, le imprese non investono perché non hanno fiducia nel futuro".

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