Gli ex deputati che incassano 2mila euro al mese per aver trascorso poche ore alla Camera

Mentre in Parlamento si continua a discutere di abolizioni di vitalizi e rendite, le leggi degli anni passati hanno permesso ad alcuni eletti di poter incassare ogni mese laute pensioni restando in Parlamento solo poche ore. Come segnala Franco Bechis sul quotidiano Libero, infatti, ci sono alcuni ex parlamentari che oggi incassano una cifra superiore ai 2mila euro al mese per aver trascorso alla Camera dei deputati solo un giorno. Si tratta dell'esponente dei Radicali, Luca Boneschi, che ha percepito fino ad oggi circa 500mila euro per aver appena intravisto l'Aula di Montecitorio negli anni '80. Boneschi fu proclamato deputato il 12 maggio 1982, ma si dimise per protesta il giorno dopo essere stato eletto. Nonostante questo, allo scadere della legislazione come tutti gli altri ottenne il diritto al vitalizio, dopo aver versato però l’equivalente di attuali 60mila euro in contributi per renderlo effettivo. Stessa situazione per una altro Radicale, Pietro Craveri che, proclamato senatore il 2 luglio del 1987, sette giorni essere entrato in Aula dopo si dimise potendo incassare il vitalizio previsto.

Ancora prima di loro era toccato anche a un altro radicale come Angelo Pezzana che è riuscito a portare a casa un guadagno di 588mila euro per essere stato deputato esclusivamente dal 6 al 14 febbraio del 1979. In effetti anche se dal 2012 il sistema previdenziale è cambiato pure per i parlamentari, negli anni ’70 e ’80 non si parlava ancora di casta e bastava essere eletti per avere diritto al vitalizio. Una situazione che, come sottolineano oggi i deputati del M5S, costa ora al Parlamento e quindi alla collettività quasi 200 milioni di euro all’anno tra vitalizi, assegni di reversibilità e rimborsi per gli ex parlamentari.