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“Gli anni ruggenti in Italia”: le suggestioni sfavillanti dell’Art Déco in mostra a Forlì

Ori, ceramiche, drappeggi e metalli: la sfavillante stagione dell’Art Déco italiana raccontata per la prima volta da una mostra al Museo di San Domenico, a Forlì.
A cura di Federica D'Alfonso
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Tamara de Lempicka, "La sciarpa blu" (1930), olio su tavola, collezione privata
Tamara de Lempicka, "La sciarpa blu" (1930), olio su tavola, collezione privata

Quella di Forlì si preannuncia come la prima grande mostra interamente dedicata all'Art Déco: un'impresa non da poco, visto che quando si parla di “arte decorativa” ci si scontra con un periodo ricchissimo di avvenimenti e fascinazioni, e con una varietà di stili e tecniche artistiche mai conosciute prima. L'esperimento espositivo, curato da Valerio Terraroli e diretto da Gianfranco Brunelli, sarà inaugurato nelle sale dei Musei di San Domenico il prossimo 11 febbraio, e resterà aperto fino al 18 giugno 2017. Un viaggio imperdibile attraverso le stoffe sfavillanti, i marmi brillanti e gli oggetti lussuosi che hanno caratterizzato un'epoca.

Art Déco, la complessità di un'epoca

Alberto Martini,"Ritratto di Wally Toscanini" (1925), pastello su carta, collezione privata
Alberto Martini,"Ritratto di Wally Toscanini" (1925), pastello su carta, collezione privata

Il Déco non è solamente un modo di progettare e di realizzare oggetti, decorazioni, ambienti, architetture, ma un sistema di segni, un linguaggio che scorre sotterraneo, come un fiume carsico, per gran parte del Novecento.

Non si tratta semplicemente di una corrente artistica: piuttosto, di un vero e proprio fenomeno di costume, che tocca l'apice fra gli anni Venti e i Quaranta e che investe qualsiasi ambito della vita culturale, dall'architettura alla moda, passando per il cinema, l'arredamento e la pittura.

Europa e Stati Uniti vengono letteralmente investiti da una febbre eclettica, mondana, lussuosa e sfavillante: sono anni sfrenati, “ruggenti”, che affascinano il mondo, e grazie ai quali sorgono imponenti edifici straordinari come il Chrysler Building e l'Empire State Building di New York, le splendide sale del Vittoriale degli Italiani o la Stazione Centrale di Milano.

La mostra “Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia” nasce proprio da questo, dalle numerosissime suggestioni derivate da questa atmosfera unica e dalla necessità di indagarne, forse per la prima volta in modo diretto, le peculiarità nazionali. Obiettivo dell’esposizione è mostrare al pubblico la qualità, l'originalità e l'importanza che le arti decorative moderne hanno avuto anche e soprattutto nella pittura e nella scultura, tessendo un filo rosso che collega i più svariati aspetti tecnici e concettuali di questa corrente.

Gli anni ruggenti in Italia

Anselmo Bucci, "Rosa Rodrigo (La bella)", (1923), olio su tela, courtesy Matteo Mapelli – Galleria Antologia, Monza
Anselmo Bucci, "Rosa Rodrigo (La bella)", (1923), olio su tela, courtesy Matteo Mapelli – Galleria Antologia, Monza

In Italia le testimonianze di quanto l'Art Déco sia entrata in profondità si hanno non soltanto nelle arti decorative, ma anche nelle opere architettoniche, pittoriche e scultoree. Arredi, ceramiche, vetri, metalli lavorati, tessuti, bronzi, stucchi, gioielli, argenti e abiti faranno nascere il famoso design “made in Italy”: tutto questo sarà presente nelle sale del Museo di San Domenico di Forlì.

In esposizione saranno presenti opere e oggetti provenienti da collezioni private, da importanti fondazioni come quella del Vittoriale degli Italiani e da istituzioni come il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, solo per citarne alcuni. Gio Ponti, Roberto Rosati, Guido Balsamo Stella e Alfresco Ravasco sono solo alcuni dei nomi che contribuiranno a gettare una luce nuova, straordinariamente profonda, sul Decò italiano e tutte le sue sfaccettature.

Francesco Nonni e Anselmo Bucci, "Corteo orientale", (1925-1927) maiolica, Museo Internazionale delle Ceramiche, Faenza
Francesco Nonni e Anselmo Bucci, "Corteo orientale", (1925-1927) maiolica, Museo Internazionale delle Ceramiche, Faenza

Anche pittori e ceramisti come Galileo Chini e importanti pittori come Severini, Casorati e Bucci, saranno uniti insieme nella narrazione di questi anni sfavillanti: quella di Forlì sarà la prima mostra completamente dedicata al variegato mondo di invenzioni e riscoperte (come quella, negli anni Venti, della tomba di Tutankhamon, che rilanciò in tutta Europa il gusto per l'antico Egitto) che caratterizzano quest'epoca, con uno sguardo attento e particolare soprattutto alle influenze del cinema, del teatro e della letteratura.

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