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Gli “amici della Siria” a Roma: “Forniremo cibo e medicinali ai ribelli”

Diplomatici dei paesi occidentali e di quelli arabi si sono incontrati in un meeting a Roma. L’obiettivo è velocizzare la transizione post Assad, aiutando i ribelli (senza, però, fornire armi).
A cura di Davide Falcioni
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Villa Madama - Riunione Ministeriale sulla Siria

Si è tenuta stamani a Roma un meeting tra i paesi "amici" della Siria, nel quale i governi occidentali e dei Paesi arabi hanno promesso un maggiore sostegno sia politico che materiale all'opposizione siriana al regime di al-Assad. In un documento, i diplomatici intervenuti hanno affermato la necessità che "il regime interrompa immediatamente il bombardamento indiscriminato contro aree popolate: un crimine contro l'umanità che non può rimanere impunito".

I paesi "amici" della Siria hanno inoltre deplorato "la fornitura di armi al regime da parte di Paesi terzi". E' intervenuto al meeting anche il segretario di stato americano John Kerry: Washington sarebbe pronta a un netto cambio di passo e – secondo quanto riporta Reuters, citando fonti interne all'amministrazione Obama – dovrebbe fornire ai ribelli cibo e medicinali per un valore complessivo di 60 milioni di dollari (circa 45 milioni di euro). Gli Stati Uniti non sembrano invece intenzionati a fornire armi, per il terrore che possano finire nelle mani di gruppi islamisti, come accaduto per la Libia. "Continueremo a offrire e aumentare l'assistenza al popolo siriano per promuovere la transizione verso un regime post-Assad", si è limitato a commentare il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney. Ma le parole del segretario di Stato sono più che chiare sulla strada che gli Stati Uniti stanno per imboccare nel tentativo di porre fine a una guerra civile che in due anni si calcola abbia causato oltre 70.000 vittime.

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