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Gli 80 euro sono realtà per quasi 10 milioni di italiani: ora si pensa ad allargamento

Il bonus di 80 euro in busta paga da ieri è realtà per circa 10 milioni di italiani. Non mancano le polemiche, ma intanto il Governo pensa ad un allargamento della platea degli aventi diritto.
A cura di Redazione
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Pochi giorni dopo il clamoroso risultato delle elezioni europee, che ha consegnato al Partito Democratico di Matteo Renzi oltre il 40% dei consensi e 31 seggi al Parlamento Europeo, è ancora di stretta attualità la polemica sui provvedimenti – spot del Governo che avrebbero determinato uno spostamento di consensi verso il principale partito di Governo. Tra questi, ovviamente il bonus di 80 euro in busta paga, anche se in realtà si tratta di una misura i cui effetti si sono "concretizzati" solo nella giornata di ieri. Infatti, alla data del 27 del mese gran parte dei lavoratori dipendenti riceve la busta paga, anche se per molti versi si tratta di una data "più simbolica che altro".

In ogni caso, il totale degli interessati dovrebbe essere di circa 12,2 milioni: si tratta, lo ricordiamo di chi ha un reddito tra gli 8.000 e i 24.000 euro maturato negli interi 12 mesi, oltre che di quegli 1,1 milioni di incapienti che rientrano nei requisiti "secondari" (qui trovate tutte le "tipologie" di aventi diritto). Inoltre, stando a quanto comunica il viceministro Morando, il Governo starebbe valutando la proposta del Nuovo Centro Destra di ampliare la platea dei beneficiari con l'inclusione delle famiglie con reddito oltre i 26.000 euro ma che siano monoreddito e con almeno tre figli: una misura che costerebbe circa 50 milioni di euro e che potrebbe essere accompagnata dall'allargamento ulteriore ad incapienti e pensionati (come in parte promesso dal Presidente del Consiglio).

Intanto, vale la pena di sottolineare il fatto che il decreto è al momento in discussione nella commissioni Bilancio e Finanze del Senato, dove troveranno posto anche emendamenti riguardanti il pagamento della Tasi, l'esclusione della Rai dal taglio alle spese delle partecipate (articolo 21) mentre resta il taglio di 150 milioni e ancora l'introduzione della web tax.

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