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Giustizia, Ministro Orlando: “Bisogna rivedere l’immunità dei parlamentari”

Il Ministro della Giustizia propone una revisione del meccanismo delle richieste di arresto dei parlamentari, delegando ogni decisione ad un organo terzo.
A cura di Antonio Palma
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"Bisogna prendere atto di una realtà. L'autorizzazione all'arresto per i parlamentari ormai ha cambiato pelle. Quindi, forse, è arrivato il tempo di riflettere su come ristrutturarla". Così il Ministro della giustizia Andrea Orlando annuncia una svolta del governo nella delicata questione dell'immunità parlamentata e delle richieste di arresto da parte dei pm. "Non voglio certo rimettere in piedi l'immunità per i parlamentari" si è affrettato a precisare il Guardasigilli durate un'intervista a Repubblica, aggiungendo: "però l'autorizzazione all'arresto ormai ha cambiato pelle, è diventata un'anticipazione di giudizio di colpevolezza o di innocenza, comunque una valutazione politica". "Non voglio cambiare le regole dell'immunità, né tantomeno aumentare le protezioni parlamentari. L'attuale meccanismo è giusto e fondato. Ma credo sia opportuno cambiare chi ne valuta i presupposti" ha argomentato poi Orlando, sottolineando: "Bisogna evitare che le iniziative della magistratura possano ledere l'autonoma valutazione del Parlamento. La riflessione dovrebbe essere quindi sulla congruità delle misure decise dalla magistratura se sono funzionali o denotano volontà persecutoria ma dovrebbe farle un soggetto terzo perché spesso si scatenano delle campagne con tesi contrapposte sull'innocenza o sulla colpevolezza di un parlamentare raggiunto da una richiesta di autorizzazione".

La proposta del Ministro dunque è quella di delegare il voto sull'autorizzazione all'arresto ad altri, in particolare alla Corte Costituzionale. "È giusta la schermatura rispetto ad atti del magistrato che possono anche essere abnormi. L'ha prevista l'Assemblea costituente, è sopravvissuta alla bufera di Tangentopoli. È tuttora l'indirizzo giusto, ma la questione si carica di un enorme peso politico" ha evidenziato Orlando, ricordando anche il recente caso Azzollini. "Semplicemente credo sia meglio rimettere il giudizio a un soggetto terzo, che sia più libero di dire dei sì e dei no e sia meno sottoposto alla contingenza" ha ribadito il Ministro, concludendo: "Dovrebbe essere un soggetto estremamente autorevole. Un soggetto che non si trovi, come adesso il Parlamento, sotto la pressione mediatica di essere sottoposto comunque a una scelta politica. Penso alla Corte costituzionale".

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