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Giudice del Csm finge furto del telefono per coprire il tradimento alla moglie

Denunciato a sua volta per simulazione di reato. Il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, ha dichiarato però che non ci sarebbe alcun procedimento penale o disciplinare a carico del togato.
A cura di Charlotte Matteini
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Anche i magistrati perdono la testa per amore e, qualche volta, infrangono la legge. Curiosa è la storia del consigliere Lucio Aschettino, presidente della quinta sezione del Consiglio superiore della Magistratura che sarebbe coinvolto in una strana vicenda, stando al resoconto del quotidiano La Stampa. Il magistrato in questione sarebbe stato denunciato per simulazione di reato alla procura di Perugia per aver finto il furto del suo cellulare e, di conseguenza, è stata disposta l'apertura di un fascicolo presso la sezione disciplinare del Csm. Un breve passo indietro: tutto ha inizio da un banale errore.

Aschettino, convinto di mandare un messaggio Whatsapp a un'amica, per sbaglio lo invia alla moglie. Accortosi dell'errore, per evitare una lite e rassicurare la propria compagna, denuncia il furto – finto – del proprio cellulare ai carabinieri, i quali, una volta aver avuto la certezza dell'inesistenza del presunto furto, hanno provveduto a denunciare il magistrato per simulazione di reato. La storia è venuta allo scoperto in fretta e il consigliere Aschettino sarebbe subito stato bacchettato dai colleghi del Csm – alcuni dei quali sperano in un'eventuale sanzione disciplinare – che non hanno gradito il comportamento dell'uomo, che avrebbe "gettato discredito su tutto il Consiglio" e causato imbarazzo.

Altri colleghi, invece, più malleabili, tendono a classificare la vicenda come una leggerezza commessa da un uomo incapace di affrontare la rabbia della propria moglie, non come un vero e proprio reato. Dello stesso avviso è il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, che in un comunicato ha dichiarato: "A seguito di richieste di chiarimento formulate da vari colleghi e all’esito di verifiche non risulta pendente alcun procedimento penale o disciplinare a carico di componenti del Csm".

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