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Giovannini risponde a Renzi: “Il contratto di lavoro unico non è la soluzione”

Il Ministro del Lavoro replica al segretario del PD: “Il contratto unico non può essere la sola strada ma può essere un aiuto. Comunque non c’è uno strumento che può valere per tutte le imprese”.
A cura di D. F.
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Il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini risponde al segretario del PD, Matteo Renzi, che nei giorni scorsi aveva auspicato la costituzione di un unico contratto di lavoro. Il ministro afferma: "Noi abbiamo incentivato la trasformazione di contratti a termine in contratti a tempo indeterminato. Il contratto unico non può essere la sola strada ma può essere un aiuto. Comunque non c'è uno strumento che può valere per tutte le imprese". Renzi, intervistato a Che Tempo che fa da Fabio Fazio, aveva affermato: "Contratto unico vuol dire che oggi un venticinquenne passa per molte forme di contratto senza poter fare progetti. Io quello che dico è che inizialmente una persona avrà un contratto a tempo determinato con lo Stato che si fa carico della formazione di quella persona: ovvero un’indennità che per due anni offre la possibilità di vivere in maniera dignitosa e, contemporaneamente una formazione professionale, seria, che non consente di fare un lavoretto a nero. E’ un progetto che cambia le regole del gioco. Si deve avere il coraggio di dire che il lavoro non si crea con un contratto: il problema del lavoro non è contrattuale, il lavoro bisogna crearlo".

Sul tema del lavoro era intervenuto anche Alfano, chiedendo "tre anni senza burocrazia". Non si è fatta attendere la replica del ministro: "Tre anni a burocrazia zero per le imprese? C'è già". Giovannini promette: "Il ministero del Lavoro avvierà presto un piano per la "semplificazione profonda delle procedure concrete per assumere". "Affronteremo – ha continuato – tutte le varie procedure che pesano sulle piccole imprese per esempio per le assunzioni o per altri adempimenti burocratici. Tutto quelli che si può fare per aiutare le imprese a crescere va fatto e anche urgentemente".

Infine il ministro ha dedicato una battuta ai giovani che decidono di tentare la fortuna all'estero: "Cercare lavoro in altri paesi dell'Unione europea è naturale ma ci sono molte possibilità anche in Italia. Ogni trimestre oltre 500mila persone sono assunte a tempo indetermato e nel primo semestre del 2013 sono nate 100mila imprese condotte da giovani che hanno meno di 35 anni".

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