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Giornalista Usa decapitato dagli jihadisti in Siria. Il boia potrebbe essere inglese

James Foley, 40enne freelance di Boston, è stato decapitato dagli jihadisti sunniti che, in un video, hanno minacciato gli Usa e Barack Obama.
A cura di Fabio Giuffrida
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UPDATE: Il premier inglese David Cameron ha interrotto la sua vacanza in Portogallo perché avvisato che il "tagliagole" che ha decapitato il giornalista statunitense potrebbe essere di nazionalità britannica. A tradirlo, infatti, sarebbe lo spiccato accento inglese. Un dettaglio che lascerebbe temere che il boia sia in realtà uno dei tanti cittadini d'oltremanica arruolati nello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante.

UPDATE – La morte del giornalista statunitense è stata confermata anche dalla sua famiglia. La madre, in un post su facebook, ha scritto: "Non siamo mai stati così tanto orgogliosi di nostro figlio. Ha dato la sua vita per raccontare al mondo le sofferenze del popolo siriano". Diane Foley ha rivolto un quindi un appello ai militanti islamisti: "Vi imploro di lasciare in vita gli altri ostaggi. Come mio figlio, sono innocenti. Non hanno alcun potere di incidere sulle politiche americane per l'Iraq, la Siria o per qualsiasi altra parte del mondo. Non abbiamo nulla da rimproverare a nostro figlio per quello che ha fatto in questi anni".

Arrivano terribili notizie da Damasco. In un video, intitolato "Messaggio all'America", gli jihadisti sunnisti hanno mostrato la decapitazione di un reporter americano: si tratta del giornalista James Foley, un freelance di Boston di appena 40 anni, che era stato rapito in Siria circa due anni fa, il 22 Novembre del 2012. Nelle immagini che sono state diffuse dagli jihadisti sunniti si vede l'uomo, James Foley, inginocchiato con alle spalle un uomo vestito di nero. Il reporter indossa una tuta arancione, la stessa che portavano i prigionieri di Guantanamo. Un video choc che, ad un certo punto, mostra anche la testa insanguinata di Foley poggiata in grembo. Prima del terribile atto di decapitazione, però, gli jihadisti sunnisti si sono lanciati in alcune invettive contro il governo americano, colpendo soprattutto il Presidente Barack Obama.

La vittima è James Foley, 40enne freelance di Boston

Durissime sono le parole che gli jihadisti sunnisti hanno riservato a Barack Obama accusato di essere il responsabile dei raid aerei contro Is negli ultimi giorni. Scritte in arabo e in inglese, dunque, indirizzate agli americani che si sarebbero spinti oltre, "su una superficie scivolosa verso un nuovo fronte di guerra contro i musulmani". "Qualsiasi tuo tentativo, Obama, di negare le libertà e la sicurezza ai musulmani sotto il califfato islamico porterà alla carneficina della tua gente" hanno dichiarato nel video. Una minaccia agli Usa che, dunque, hanno visto decapitare un loro reporter: adesso, tra l'altro, si teme per la vita di tutti gli altri giornalisti inviati a Damasco. Foley, poi, nello stesso video, rivolgendosi ai suoi cari, ha accusato Obama e gli Usa di essere stati i responsabili della sua morte, della sua decapitazione. E infine gli jihadisti sunnisti hanno lanciato un secondo avvertimento, una seconda minaccia: nelle loro mani ci sarebbe un altro americano che potrebbe essere Steven Joel Sotloff, corrispondente di Time, disperso dall'Agosto del 2013 in Libia. Potrebbe essere lui la loro prossima vittima, tutto "dipende dalle decisioni di Obama". L'amministrazione Obama ha replicato che al momento "non ha elementi per confermare l'autenticità del video" e che "se la notizia fosse vera, la costernazione degli Stati Uniti per la brutale uccisione di un innocente giornalista americano sarebbe immensa", ha dichiarato Caitlin Hayden, portavoce del Consiglio nazionale di sicurezza della Casa Bianca.

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