1 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Giordania, scrittore assassinato dopo aver condiviso una vignetta contro l’Isis

Nahed Hattar era stato fermato il mese scorso, con l’accusa di aver condiviso di Facebook un’immagine che metteva in ridicolo i jihadisti dell’Isis e la loro visione dell’Islam. La vignetta, invece, è stata considerata “offensiva” per tutti i musulmani, e Hattar si è trovato a rispondere delle accuse di oltraggio alla religione, settarismo e razzismo.
A cura di C. T.
1 CONDIVISIONI
HATTAR

Nahed Hattar, giornalista e scrittore giordano è stato ucciso con tre colpi di arma da fuoco davanti al tribunale di Amman. L'uomo, cinquantasei anni, stava entrando al palazzo di giustizia per essere sottoposto a giudizio per avere pubblicato una vignetta considerata blasfema per l'Islam. Il mese scorso era stato fermato, con l'accusa di aver condiviso di Facebook un'immagine che metteva in ridicolo i jihadisti dell'Isis e la loro visione dell'Islam. La vignetta, invece, è stata considerata "offensiva" per tutti i musulmani, e Hattar si è trovato a rispondere delle accuse di oltraggio alla religione, settarismo e razzismo. Il pm di Amman, Abdullah Abul-Ghanam, lo aveva inoltre incriminato per "insulto alla religione", essendo proibito di "pubblicare materiale, immagini o disegni con l'intenzione di colpire i sentimenti religiosi e la fede". Hattar era noto in Giordania come un intellettuale polemico e provocatorio, sostenitore di Bashar al Assad e pubblicamente a favore del ritiro dei diritti civili e legali ai giordani di origini palestinesi.

Questa mattina lo scrittore era atteso davanti alla corte giudicante, ma davanti ala scalinata del tribunale è stato raggiunto da tre colpi di pistola, sparati da un uomo con una folta barba e vestito di una thobe grigia – una tunica tradizionale araba. Hattar è stato ferito gravemente alla testa e, trasportata in ospedale, è morto poco dopo. L'assassino è stato arrestato: si tratterebbe, secondo fonti della sicurezza, di un uomo di quarantanove anni, originario di Amman.

La vignetta incriminata era stata condivisa sul profilo Facebook dello scrittore lo scorso 12 agosto. Il disegno era siglato "M80" e si intitolava "Il Dio del Daesh". Raffigurava Abu Saleh, ministro delle finanze dell'Isis ucciso da un raid americano nel novembre 2015, a letto con due donne dentro una tenda. Dio si affaccia dall'esterno e chiede se il jihadista avesse bisogno di qualcosa. Saleh risponde: "Sì Signore, mi porti un altro bicchiere di vino e chieda a Jibril (l'arcangelo Gabriele) di portarmi noccioline. Dopo, mi mandi un servitore eterno per pulire il pavimento e sparecchiare insieme a lei". E poi avverte: "Non dimentichi di mettere una porta davanti alla tenda, così la prossima volta bussa prima di entrare, sua beatitudine".

Il disegno ha creato grosse polemiche sui social e nella società giordana. Hattar, criticato poiché cristiano e "secolarista", aveva spiegato su Facebook che non intendeva offendere i musulmani, ma semplicemente far capire come l'Isis "vede Dio e il Paradiso" e che, in quanto "non credente", provava "rispetto per i fedeli che non comprendono la satira dietro la vignetta".. La spiegazione, però, non aveva calmato i toni. I fratelli musulmani hanno quindi diramato un  comunicato in cui invitavano il governo ad adottare misure drastiche contro chi diffonde materiale che mina l'unità nazionale. Già lo scorso 12 agosto era scattato il mandato di arresto contro Hattar, che si era consegnato spontaneamente alla polizia il giorno dopo. Interrogato, era dapprima stato trattenuto in detenzione preventiva, poi rinviato a giudizio a seguito di un'indagine voluta personalmente dal primo ministro giordano Hani Mulki.

1 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views