Giappone, 13 enne ucciso: “i killer volevano decapitarlo come fa l’Isis”

Si sarebbero ispirati alle truculente esecuzioni dei boia di Isis, ed in particolare quelle del 27enne londinese Jihadi John, per il raccapricciante omicidio di un adolescente giapponese. I poliziotti hanno arrestato tre ragazzi con l'accusa di aver ucciso un 13enne, studente di un liceo a Kawasaki City, vicino a Tokyo. Ryota Uemura è stato trovato cadavere sulle rive del fiume Tama il 20 febbraio.  Poco distante è stata rinvenuta anche l'arma del delitto, un coltello, ancora sporco di sangue. L'autopsia ha stabilito che è morto per ferite da taglio al collo. La vittima era stata accoltellata anche al volto e alle braccia. La polizia avrebbe fermato un diciottenne, ma secondo gli inquirenti sarebbero coinvolti altri giovani, almeno due 17enni, verso i quali sarebbero stati spiccati mandati di cattura. A sostenere che l’omicidio sarebbe in qualche modo collegato alle decapitazione dello Stato Islamico è il settimanale popolare Shukan Shincho.

Nel Paese nipponico le immagini delle terribili messe a morte dei jihadisti sono ancora vivide, soprattutto dopo l’uccisione del corrispondente Kenji Goto e quella di Haruna Yukawa. Anche se in quest’ultimo caso è stata diffusa soltanto una immagine e non un filmato, come nel caso delle altre morti. "Alcuni ricercatori sospettano che (i criminali) hanno guardato i video su internet che mostrano l'esecuzione di ostaggi da parte dei combattenti dello Stato Islamico e hanno cercato di imitarli", si legge su Shukan Shincho, che cita una fonte anonima. Secondo quanto emerso, il 13enne ucciso conosceva i sospettati e sarebbe stato più volte vittima dei loro attacchi.