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Gianna del Gaudio sgozzata in casa, la chiave del giallo nella famiglia

Gianna del Gaudio è stata sgozzata con un coltello la notte del 27 agosto nella sua casa di Seriate. Il marito racconta di aver visto un misterioso uomo incappucciato del quale non risultano tracce, ma è proprio all’interno della famiglia che emergono dubbi e contraddizioni.
A cura di Angela Marino
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Antonio Tizzani e Gianna del Gaudio
Antonio Tizzani e Gianna del Gaudio

"Paolo, Paolo, Paolo, perché l'ha fatto?". Così avrebbe gridato Tonino Tizzani, rivolto verso la casa del figlio dopo aver scoperto il corpo senza vita della moglie Gianna, la sera 27 agosto nella villetta di Seriate. Lo ha riferito un testimone intervistato dalla trasmissione Pomeriggio Cinque a proposito del brutale assassinio di Gianna Del Gaudio, la professoressa irpina trovata sgozzata nella villetta della Bergamasca dove viveva con il marito. Unico indagato  – per atto formale – nella morte della donna, l'ex ferroviere avrebbe gridato il nome del figlio mentre si trovava davanti al cadavere della moglie. Lo stesso testimone riferisce di non aver visto nessuno uscire dalla villetta quella notte.

L'omicidio

L'omicidio è avvenuto dopo la mezzanotte del 27 agosto 2016. Tizzani ha dato l'allarme alle 00 e 40, circa venti minuti dopo l'ora della morte della moglie. Ha chiesto aiuto al figlio Marco, anche se il più vicino – la sua casa è a meno di 30 metri dalla villetta – era proprio Paolo. L'uomo riferisce di aver trovato la professoressa riverso in una pozza di sangue, con la gola squarciata, mentre entrava in cucina dopo aver innaffiato le piante. Accanto al corpo della donna, il 67enne racconta di aver visto uno sconosciuto incappucciato. L'aggressore sarebbe scappato via al suo arrivo, senza lasciare tracce sulla scena.

L'sms

Poco prima di morire, dopo la mezzanotte, La professoressa ha inviato un messaggio a sua sorella Antonella, ringraziandola per un paio di borse regalate alle nuore. Dunque, venti minuti prima di morire la 63enne non dava segni di preoccupazione, una circostanza che in parte contrasta con i racconti di alcuni testimoni che riferiscono di aver udito delle grida provenire dalla villa. Lo stesso Tizzani ha confermato di aver litigato con la moglie intorno, minimizzando la portata dello scontro. Cosa sia successo in quei 20 minuti dopo la mezzanotte resta un mistero.

L'arma del delitto

L'autopsia ha accertato che a uccidere la professoressa è stato un coltello a serramanico, arma che, nei primi sopralluoghi dopo il delitto, non è stata trovata. Solo in una recente perquisizione a sorpresa un coltello a serramanico compatibile con le ferite sul corpo della vittima è stato trovato all'interno di un beauty case dove l'ex ferroviere conservava i propri effetti personali. Lo stesso beauty case era stato controllato durante il primo sopralluogo dei carabinieri: in quella circostanza il coltello non fu trovato.

La famiglia Tizzani: ombre e dubbi

Tonino Tizzani, indagato a piede libero, è attualmente ospite nella casa del figlio Paolo finché non terminano i rilievi nella villa. "Non mi fido di nessuno, nemmeno di mio padre – ha detto questi in una intervista a Pomeriggio Cinque – Se dovesse essere stato lui non so se lo perdonerei, ma per ora ho fiducia se no, non lo ospiterei". Parole che suonano gravide di contraddizioni, mentre proprio Tizzani aveva detto, parlando dei figli: "Io sono sicuro di loro e loro di me".

L'uomo incappucciato

Non è l'unica contraddizione che la famiglia Tizzani ha manifestato dall'inizio di questa storia. Elena, la nuora dei coniugi Tizzani, aveva riferito agli inquirenti di essere stata seguita in diverse occasioni dallo sconosciuto incappucciato che avrebbe ucciso la suocera. "Ho mentito, non è vero" ha confessato di recente alla trasmissione Chi l'ha visto?, "non è una cosa bella quella che ho fatto, l'ho detto perché non volevo rimanere sola in casa". È realmente questo il motivo che ha spinto la donna a mentire, o voleva coprire qualcuno? Si è trattato di un depistaggio? Intanto le indagini intorno al caso continuano sulla base degli elementi di prova e della ricostruzione che recentemente gli inquirenti hanno definito: Gianna è stata colpita alle spalle con un colpo che l'ha quasi decapitata.

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