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Gianna come Yara, nel giallo della professoressa sgozzata spunta il Dna di “Ignoto 1”

Come nel caso dell’assassinio della piccola Yara Gambirasio, anche nell’omicidio di Gianna Del Gaudio la chiave del giallo è in un Dna maschile chiamato “Ignoto 1”. La professoressa irpina è stata uccisa il 16 agosto nella sua villetta. Antonio Tizzani, il marito della donna è al momento l’unico indagato. Il ritrovamento del Dna potrebbe scagionarlo avvalorando la sua versione di un misterioso assassino incappucciato.
A cura di Angela Marino
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"Ignoto 1", la dicitura forense che ha accompagnato per mesi i titoli di cronaca sul caso di Yara Gambirasio, la tredicenne uccisa nella Bergamasca, torna ora nel caso dei Gianna Del Gaudio. Il giallo della professoressa irpina sgozzata nella sua villetta di Seriate (Bergamo), la sera del 26 agosto scorso sembra essere a un punto di svolta dopo il ritrovamento di un Dna sconosciuto, che non appartiene né alla vittima né al marito, Antonio Tizzani, presente sulla scena quella notte. Si tratta di tracce organiche, forse saliva o sudore, mescolate al sangue della vittima.

A chi appartiene il Dna trovato dai Ris

La traccia dello sconosciuto è stata rilevata in un sacchetto delle mozzarelle ritrovato il 6 ottobre nella siepe di uno stabile a 400 metri dalla casa dei coniugi. Nell'involucro c'erano un cutter da elettricista e un paio di guanti in lattice ricoperti di sangue appartenente a Gianna Del Gaudio al quale era mischiato il Dna di "Ignoto 1". La scoperta mette in discussione il castello accusatorio che vede il 68enne, ex ferroviere in pensione, unico indagato per l’omicidio della moglie. L'uomo aveva riferito agli investigatori di aver visto l'assassino di sua moglie  quella sera accanto al corpo. Un misterioso uomo incappucciato – senza guanti, tanto che Tizzani gli aveva visto le mani scure – sarebbe stato visto dal 68enne mentre frugava nella borsetta della donna dopo averla sgozzata con un coltello. Il nuovo codice genetico rintracciato potrebbe dunque appartenere al misterioso uomo col cappuccio. Vi è però un'altra possibilità che il Dna si sia trasferito dal sacchetto ai guanti e che possa appartenere a chi ha venduto il prodotto o a chi lo ha acquistato. Sulla lama e sull’impugnatura del coltello – identificato come l'arma del delitto – invece, non c'è il dubbio di alcuna contaminazione: il sangue appartiene sicuramente a Gianna Del Gaudio.  Come nel caso della studentessa tredicenne anche nel caso della professoressa irpina il Dna verrà messo a confronto con quello di decine di campioni raccolti tra amici, conoscenti e persone vicine alla coppia.

L'omicidio di Gianna Del Gaudio

Gianna del Gaudio è stata assassinata la sera del 26 agosto nella sua casa di Seriate. A scoprire il corpo senza vita riverso in una pozza di sangue è stato il marito, Antonio Tizzan, sopraggiunto dall'esterno della casa, dove stava innaffiando le piante, nella cucina dell'abitazione. L'uomo racconta di aver visto uno sconosciuto incappucciato chino sulla moglie e di aver telefonato immediatamente al figlio per dare l'allarme, sebbene un altro figlio della coppia vivesse a 30 metri dalla villetta. Secondo i Ris la finestra temporale dell'omicidio si colloca tra le 00 e 20 e le 00 e 40. La donna è uccisa con un violento fendente alla gola. Nel registro degli indagati è finito immediatamente Tonino Tizzani, unica persona presente sul luogo del delitto. Pur continuando a sostenere la versione dell'uomo incappucciato l'ex ferroviere ha mantenuto il silenzio davanti ai magistrati inquirenti. Il recente ritrovamento di un nuovo Dna, potrebbe però, rafforzare la sua posizione. Tra i due coniugi non risultavano contrasti, eccetto un ultimo litigio udito quella notte da alcuni passanti all'esterno della villetta del Bergamasco.

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