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Giachetti (PD) in sciopero della fame: “Cancellate il Porcellum”

Il vicepresidente della Camera intraprende uno sciopero della fame e lancia un “no porcellum day” il 31 ottobre.
A cura di D. F.
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La riforma della legge elettorale è uno di quei provvedimenti che vengono sbandierati ogni volta che c'è il rischio di un ritorno alle urne: "Non si può – dicono tutti – perché con il Porcellum sarebbe un disastro. Dobbiamo cambiare la legge elettorale". Poi le crisi di governo passano e le promesse vanno a farsi benedire. Il rischio è che accada anche stavolta, dopo la sfuriata di Berlusconi e la strenua resistenza di Letta, rimasto saldamente al posto di comando. Tra i sostenitori di una nuova legge c'è anche Roberto Giachetti, vice presidente della Camera, che per la seconda volta tenta con le maniere forti di sbloccare la situazione: uno sciopero della fame e un "no porcellum day", il 31 ottobre. Non è la prima volta che il deputato del PD digiuna: l'ultima lo fece per 123 giorni.

Intervistato da Repubblica Giachetti ha spiegato le ragioni della sua forma di lotta non violenta. "La non violenza è sempre l'extrema ratio. Prima la mozione, poi l'urgenza, a questo punto siccome non ho nessuna intenzione di creare problemi al governo mi tiro fuori. Mi hanno accusato di voler piantare bandierine. A questo punto lascio fare a loro. Siccome ho sentito un coro di voci trasversali su questa vicenda, io non mi pronuncio più sul merito. Digiuno per garantire che altri rispettino i loro impegni". Il renziano spiega anche non voler attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale perché si cambi la legge, prima di lanciare una stilettata al PD: "Vorrei capire anche io qual è la posizione del mio partito. Prima si parlava di ritorno al Mattarellum, adesso anche nel Pd se ne parla in termini vaghi".

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