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Germania: meno ore di lavoro e stesso stipendio per i neo genitori

Nel tentativo di far salire il tasso di natalità, il Ministro tedesca per la famiglia ha pensato di alleggerire il carico lavorativo per mamma e papà. Il datore di lavoro sarebbe compensato con sgravi fiscali.
A cura di Biagio Chiariello
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L’ idea di Manuela Schwesig, Ministro tedesco per la famiglia, è quanto mai semplice: assicurare ai neo genitori una settimana lavorativa più ridotto, 32 ore per la precisione, senza modificare l’importo dello stipendio, ma con la possibilità di stare più vicini ai propri figli, almeno fin quando sono piccoli. Il suo obiettivo più generale è quello di aumentare il numero dei nati in Germania, Paese che conta il peggior tasso di natalità tra tutti i paesi dell’Unione Europea (8,4 ogni mille abitanti). A spaventare il governo tedesco sono le previsioni che vedono nel 2025 la forza lavoro della Germania ridotta a 6,7 milioni di individui. Tutto ciò a dispetto di un tasso di immigrazione in persistente crescita (solo nel 2013 si è registrato un più 10%). Da qui l'idea di una misura che non solo renderebbe meno pesanti le giornate dei genitori, ma eviterebbe anche di compromettere gli equilibri di coppia. “Quando è solo uno dei due partner a sacrificare la propria carriera il rischio è che saltino gli equilibri interni alla famiglia”, spiega la Schwesig alla Bild.

32 ore di lavoro, stipendio uguale. Il provvedimento non andrebbe comunque a sostituire il congedo parentale già in vigore, ma entrerebbe in azione al suo scadere. In pratica, il congedo prevede l’erogazione per un anno del 67% dello stipendio netto percepito dal lavoratore fino al momento della nascita del bambino. La proposta del ministro riguarderebbe il periodo di tempo successivo allo scadere del primo anno di vita del bambino. Così, a partire dal secondo anno i coniugi si vedrebbero alleggeriti gli orari di lavoro. Non lo stipendio. Il datore di lavoro sarebbe "risarcito" con un sgravio del carico fiscale che andrebbe a controbilanciare la differenza di retribuzione. La copertura arriverebbe dai 23 miliardi euro previsti dallo stesso Governo per gli investimenti fino al 2017.

E in Italia? In pratica quindi mentre l’Italia apre alla libertà di scelta fra cognome materno e paterno – ma solo dopo sentenza di condanna da parte dell'UE – la Germania presenta progetti concreti a sostegno delle famiglie giovani. Guardando al Belpaese, va detto che il congedo parentale  prevede per i neo genitori un periodo lontano dal lavoro di 6-7 mesi nei primi tre anni di vita del bambino con una retribuzione pari al 30% del salario.

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