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Gentiloni: “Non leggo libri”. La risposta dell’editore Laterza: “Frase sconcertante”

Si legge per piacere o necessità? Dopo l’affermazione del premier secondo cui “a Palazzo Chigi non c’è tempo per leggere” arriva la risposta dell’editore Giuseppe Laterza per cui “Leggere è una necessità, non solo un piacere”.
A cura di Redazione Cultura
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La frase che ha aperto il dibattito, riferita in pubblico durante l'intervista del direttore di Repubblica Mario Calabresi, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni l'ha pronunciata alla fine del dibattito. Nel rispondere alla domanda: "Che libri sta leggendo il presidente del Consiglio?", il premier ha risposto:

A Palazzo Chigi non c'è tempo per leggere libri. Potrei bluffare, conosco il titolo di libri in circolazione. Ma c'è sempre un'altra vita davanti e mi piace molto leggere.

Suscitando così l'applauso del pubblico, perché è stata considerata una risposta sincera e non di facciata, come troppo spesso capita ai politici. Cosa che, in effetti, va a merito del presidente del Consiglio dei ministri. Eppure non tutti l'hanno apprezzata fino in fondo.

Il giorno dopo, infatti, sempre su Repubblica e poi sul sito dell'editore Laterza è apparsa una lettera che sta aprendo il dibattito sull'importanza della lettura, di una campagna volta a promuovere seriamente i libri nel nostro Paese (e non solo quelle di facciata e del tutto inutili sperimentate negli anni scorsi). Così un editore serio e competente come Giuseppe Laterza ha impugnato la tastiera e ha scritto al capo del governo italiano, vecchia conoscenza dello stesso Laterza:

Caro Presidente del Consiglio, caro Paolo,
ero a Bologna ad ascoltarti quando Mario Calabresi e Claudio Tito ti hanno intervistato per ‘Repubblica delle idee'. Ho apprezzato la passione con cui hai sostenuto lo ‘ius soli' come questione di civiltà. Ci conosciamo fin da ragazzi. Nei primi anni Settanta siamo stati studenti del Tasso a Roma e abbiamo partecipato – con quella stessa passione – alle assemblee del movimento studentesco. Anche per questo sono stato contento della tua nomina a Primo Ministro: ti stimo persona competente, onesta e seria. Forse per questo mi ha colpito la tua ultima risposta, quando Calabresi ti ha chiesto che libro hai letto nell'ultimo periodo. E tu hai detto che «a Palazzo Chigi non c'è tempo per leggere libri»

E qualche riga più giù, centrando il problema:

Io faccio l'editore di libri e per di più pubblico libri di saggistica. Sul tema dunque non sono neutrale. Credo che leggere un buon saggio non sia sostituibile con altre forme di conoscenza, come l'articolo di un giornale o un rapporto statistico. (…) Non ho dubbi che la lettura sia un piacere, come hai detto. Ma non è solo questo. Leggere libri è una necessità. E per chi ha un incarico assorbente è una necessità anche prendersi il tempo che la lettura di un libro richiede. Per riflettere più liberamente, per collocare le proprie decisioni in un contesto più ampio.

La questione, come sempre, deriva dal fatto che in Italia gli indici di lettura sono tra i più bassi in Europa e al mondo, cosa che Laterza non manca di far notare a Paolo Gentiloni:

È un caso se l'Italia in Europa ha i più bassi indici di lettura di libri, la più alta disoccupazione giovanile e la più bassa crescita? E ed è sempre per caso se nel nostro paese le regioni in cui si leggono più libri sono anche quelle con la più alta mobilità sociale? (…) Mi piacerebbe che tu facessi insieme ai tanti lettori forti del nostro paese una campagna per convincere tutti gli italiani che oltre a un piacere la lettura dei libri è per un cittadino consapevole una necessità vitale. E che ti impegnassi a spronare il Parlamento, dove da tempo giace una proposta di legge per la promozione della lettura, appoggiata da tutte le forze politiche ma non ancora approvata. Sono certo che riterrai anche questa una questione di civiltà.

Adesso si attende non tanto la risposta di Gentiloni, quanto fatti concreti per aiutare la diffusione del libro nella nostra società, a partire dal buon esempio che possono dare i nostri governanti: capo del Governo in primis.

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