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Gentiloni: “In tre anni abbiamo recuperato 900 mila posti di lavoro”

Il Presidente del Consiglio è intervenuto durante la cerimonia inaugurale dell’81esima Fiera del Levante: “Da diversi anni non ci sono mai state condizioni così favorevoli per investimenti e sviluppo nel Mezzogiorno”
A cura di Biagio Chiariello
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Il premier Paolo Gentiloni interviene al Forum di Cernobbio (LaPresse).

Ospite della Fiera del Levante di Bari, il premier Paolo Gentiloni evidenzia come i numeri relativi all'occupazione in Italia siano stati molto positivi negli ultimi tre anni. "Il numero di occupati in Italia è tornato ai livelli del 2008 che erano livelli record con 23 milioni di persone al lavoro – dice -. Dal 2008 al 2013 si sono persi un milione e novantamila posti di lavoro, oltre 900centomila sono stati recuperati negli ultimi tre anni". Nonostante l'Italia sia “cresciuta oltre le previsioni", il presidente del Consiglio non nasconde le difficoltà che il nostro Paese deve affrontare ancora oggi. "E' un momento cruciale per la nostra economia – prosegue -. Ci arriviamo con alcune notizie incoraggianti: la crescita è andata oltre tutte le previsioni, il Paese può vantare performance notevolissime, in particolare in alcuni settori. La manifattura, l'export, in cui l'Italia è tra i grandi player, ma anche recentemente i dati sul settore dei servizi sono incoraggianti e quelli che riguardano il turismo".

Quindi parla della prossima Manovra di Governo, e rivolge un pensiero agli imprenditori del Sud.  "Il messaggio che vogliamo dare oggi da qui è che da diversi anni non ci sono mai state condizioni così favorevoli per investimenti e sviluppo nel Mezzogiorno e in Puglia in particolare. Questa è la consapevolezza che dobbiamo trasmettere all'esterno: non ci sono mai state condizioni più favorevoli per investire e la prossima legge di bilancio le incoraggerà ulteriormente". Gentiloni parla anche di uno dei temi più caldi del momento: i vaccini. "Rivendico con orgoglio la decisione del governo sull'obbligatorietà dei vaccini dagli 0 ai 6 anni. Non possiamo, in un Paese civile e moderno come l'Italia, dare alcuno spazio a posizioni che negano, contraddicono o sminuiscono le conquiste della scienza o le condizioni della salute dei nostri bambini" dice il premier.

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