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Gaza, missile uccide bambini palestinesi in un parco giochi

A Gaza riprendono i raid aerei israeliani, a farne le spese sono vittime innocenti. Hamas e Israele si rimpallano le accuse.
A cura di Davide Falcioni
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Ore 20.50 – Otto i bambini palestinesi uccisi, Netanyahu: "Guerra giusta" – Nell'attacco che ha colpito un parco giochi nel campo profughi di Shati sarebbero morte dieci persone, tra cui otto bambini, mentre sono una quarantina i feriti. Lo scrive l'agenzia palestinese Maan accusando nuovamente Israele del lancio del missile. Intanto l'esercito israeliano prosegue l'offensiva armata nella Striscia. "Nessuna guerra è più giusta di questa. La demilitarizzazione della Striscia è prioritaria per ogni soluzione, dobbiamo essere pronti per una lunga operazione fino a che la nostra missione non sia completata" ha dichiarato infatti il premier Benyamin Netanyahu che ha aggiunto: "Non è possibile che i civili israeliani vivano sotto la minaccia dei tunnel e dei razzi". "Le minacce di Netanyahu non spaventano Hamas né il popolo palestinese" ha risposto il portavoce del gruppo fondamentalista, che ha minacciato: "la forza di occupazione pagherà il prezzo dei massacri contro i civili e i bambini". Anche Hamas ha ripreso un intenso lancio di razzi su Israele e sirene di allarme sono risuonate in molte zone del Paese. In uno degli attacchi rivendicati da Hamas sono rimasti uccisi quattro israeliani nei dintorni di Eshkol, nel sud del Paese, mentre altre sei persone sono rimaste ferite.

Ore 18.30 – Missile su parco giochi, 7 bambini morti. Non si fermano i combattimenti tra Hamas ed esercito israeliano a Gaza e ancora una volta a farne le spese sono piccole vittime innocenti. Dopo le vittime di questa mattina infatti un razzo ha colpito un parco giochi per bambini nel campo profughi di Shati, a nord di Gaza, provocando la morte di altri sette bambini. Un altro missile invece ha centrato un ambulatorio in disuso nei pressi dell’ospedale di al-Shifa, l’unico ancora funzionante in città e il principale di Gaza, provocando almeno due morti e numerosi feriti. Secondo quanto riportano fonti palestinesi, a sparare sarebbe stata l'aviazione israeliana che ha ripreso i raid aerei sulla Striscia dopo un cessate il fuoco di fatto mai rispettato da entrambe le parti. L’Idf però nega in maniera netta di essere coinvolta nel lancio del missile è rigetta le accuse su Hamas. "Poco fa l’ospedale di al-Shifa e il campo profughi di Shati sono stati raggiunti da attacchi di missili falliti sparati dai terroristi di Gaza" hanno spiegato infatti da Irsraele in uno scarno comunicato stampa in cui viene sottolineato che  "terroristi hanno lanciato razzi contro Israele: uno ha colpito l’ospedale di Shifa, l’altro il campo profughi di Shati". L'esercito israeliano intanto ha ripreso le operazioni militari nella Striscia e ha chiesto alla popolazione di alcune zone di allontanarsi dalle proprie abitazioni. In particolare l'esercito israeliano ha chiesto ai residenti di Sajaya e di Al-Zaytun di lasciare le proprie case e di dirigersi verso la parte centrale di Gaza.

Ore 12.30 – Proseguono i combattimenti nella Striscia di Gaza: un bambino palestinese è morto in seguito a un raid aereo dell'aviazione israeliana, mentre Hamas ha annunciato l'uccisione di due soldati della "Stella di David". Intanto Abu Mazen, presidente dell'Anp in viaggio in Arabia Saudita, ha detto di non aver partecipato al meeting di sabato a Parigi perché l’Egitto, la cui proposta per una tregua resta “l’unica sul tavolo”, non è stato invitato. “La proposta egiziana – ha dichiarato Abbas – accoglie tutte le richieste dei palestinesi e il suo rifiuto ha portato solo a un’escalation della violenza a Gaza”.

In un comunicato le Brigate Al Qassam, braccio armato di Hamas, hanno dichiarato di aver ucciso 91 ufficiali e soldati israeliani durante scontri nella Striscia di Gaza. Secondo il governo e l’esercito israeliano, i militari morti sono invece 43.

Oltre mille morti, 6mila feriti, centinaia di case distrutte, 180mila sfollati. La fine del ramadan nella Striscia di Gaza doveva essere una festa, ma sono troppi i lutti ed è troppo alta la tensione perché i palestinesi possano gioire. Decine di migliaia di persone vivono ammassate nelle strutture delle Nazioni Unite e sono destinate a un futuro di enorme disagio. Nel frattempo, tuttavia, cresce nel popolo palestinese la speranza che Hamas e Israele possano raggiungere un accordo per un cessate il fuoco duraturo che ponga fine all'offensiva via terra, aria e mare messa in atto dall'esercito di Tel Aviv e iniziata 20 giorni fa.

L'ONU chiede un cessate il fuoco a Gaza senza condizioni

Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si è riunito d'urgenza nella notte ed ha approvato all'unanimità una dichiarazione di richiesta di "cessate il fuoco umanitario immediato e senza condizioni" a Gaza. I 15 paesi hanno esortao Hamas ed Israele a far applicare pienamente la tregua per i tre giorni della durata della festa dell'Eid al Fitr (la fine del Ramadan) "ed oltre". Le Nazioni Unite, inoltre, chiedono il "pieno rispetto del diritto umanitario internazionale, in particolare per quanto riguarda la protezione dei civili", oltre a sforzi per "la messa in pratica di un cessate il fuoco duraturo e pienamente rispettato, basato sulla proposta egiziana" di mediazione. L'Onu rimarca poi "la necessità di fornire immediatamente assistenza umanitaria alla popolazione palestinese nella Striscia di Gaza, anche aumentando i contributi all'Agenzia delle Nazioni unite per il soccorso e l'occupazione (Unrwa)".

Israele: "Stanchi di essere demonizzati"

L'Onu, inoltre, ricorda che "le strutture civili e umanitarie, comprese quelle delle Nazioni unite, devono essere rispettate e protette e invita tutte le parti ad agire secondo questo principio": il riferimento, in particolare, è alla carneficina in una struttura dell'Onu bombardata dall'aviazione israeliana. I funzionari della difesa di Tel Aviv hanno replicato di essere "stanchi di essere demonizzati". L'ambasciatore presso le Nazioni Unite ha parlato di "esigenza della verità" sottolineando anche che Israele è l'unica democrazia del Medio Oriente.

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