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Garlasco: per Stasi 13-16 possibilità su un miliardo di non calpestare il sangue

Gli ultimi esami svolti nell’ambito del processo d’Appello bis forniscono nuovi dettagli sul delitto di Chiara Poggi a Garlasco. Secondo i periti la ragazza fu uccisa in pochi minuti. Mercoledì ricomincia il processo a Milano.
A cura di Susanna Picone
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Continua il giallo della villetta di Garlasco dove, la mattina del 13 agosto 2007, Alberto Stasi trovò il corpo senza vita della sua fidanzata Chiara Poggi. Mercoledì prossimo, 8 ottobre, riprenderà il nuovo processo di secondo grado all'ex studente bocconiano, unico accusato del delitto. Intanto, dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi, gli ultimi esami svolti nell’ambito del processo forniscono nuovi dettagli sull’omicidio. Ebbene, i risultati emersi dalla perizia sulla camminata di Alberto Stasi non sembrano lasciare dubbi: per il giovane era praticamente impossibile evitare il sangue della vittima in casa. Sono infatti pari a 13 o a 16 per ogni miliardo le probabilità che Stasi non calpestasse nemmeno una delle macchie sparse sul disimpegno e sui due gradini della scala della vittima di Garlasco. La perizia sulla camminata di Alberto Stasi è stata chiesta dai giudici di Milano davanti ai quali riprenderà il processo d’appello bis per l’omicidio di Garlasco. Nella relazione, depositata qualche giorno fa, Roberto Testi, responsabile dell'unità di medicina legale dell'Asl 2 di Torino, Gabriele Bitelli e Luca Vittuari, entrambi docenti del Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Bologna, nell'indicare come fosse “pressoché impossibile che l'imputato abbia potuto evitare di calpestare delle macchie di sangue”, oltre a scartare il cosiddetto “evitamento implicito” su cui si è ampiamente dibattuto nel processo di primo grado, hanno effettuato un milione e 350 mila simulazioni sui due gradini e la zona antistante e retrostante la porta a soffietto che conduce al piano seminterrato della villa teatro del delitto di Chiara Poggi.

Esperti ricostruiscono la dinamica dell’omicidio di Chiara Poggi

Gli esperti, nel ricostruire la dinamica dell'assassinio di Chiara Poggi, oltre ritenere che sia stato usato dall’omicida un martello o da carpentiere o di tipo comune, a differenza dei periti nominati in primo grado, spiegano che la prima fase dell'aggressione, che è avvenuta in soggiorno, non sarebbe durata un tempo considerevole ma sarebbe stata “assai breve”. Quindi l’omicidio di Chiara Poggi sarebbe stato compiuto in poco tempo. Infine, gli esperti ipotizzano che la vittima, dopo essere stata buttata lungo le scale ed essere scivolata per i primi gradini, “sia stata raggiunta dall'aggressore, nuovamente colpita e spinta per i piedi verso il basso”.

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