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Opinioni

GameStop scopre che significa deludere Wall Street

Può un’azienda che vede salire fatturato e utili deludere il mercato azionario? Sì, se oltre ai buoni numeri della stagione natalizia preannuncia dati d’esercizio inferiori alle attese. Ma il problema in questo caso sono le valutazioni troppo ottimistiche…
A cura di Luca Spoldi
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Chi l’ha detto che i videogiochi siano cose da ragazzini? Nel caso della catena distributiva GameStop, presente in quindici paesi nel mondo con 6.488 negozi (in Italia il gruppo è presente con una rete facente capo a GameStop Italy Srl che già a inizio 2012 contava su oltre 420 negozi di proprietà), oltre ad essere presente online con negozi di e-commerce, magazine di settore e piattaforme di distribuzione, sono un business terribilmente serio, al punto che quando qualche numero non torna le conseguenze per il titolo azionario, quotato a Wall Street, sono immediate ed anche pesanti. Oggi, infatti, l’azione cede oltre il 18% dopo un’ora di lavoro, a causa di un ribasso delle stime di vendita per il quarto trimestre 2014 che ha colto gli investitori in contropiede.

In una nota la società americana ha annunciato oggi di aver visto le vendite della stagione natalizia (considerata chiusa lo scorso 4 gennaio) salire del 9,3% rispetto allo stesso periodo del 2012 a 3,15 miliardi di dollari, grazie all’arrivo delle console di nuova generazione (+99,8% il risultato di vendita del “nuovo hardware”, Xbox One e PS4). Una partenza col botto che non è bastato a compensare un calo più forte del previsto delle vendite delle “vecchie” Xbox 360 e PS3, tanto che nel complesso le vendite di hardware sono in calo del 22,5% su base annua, in parte compensato dall’accresciuta vendita di console usate (+7%), i cui margini di profitto per GameStop sono a dir poco interessanti (46% nel quarto trimestre, 49% medio per l’intero esercizio 2013).

Non sono andate male neanche le vendite “multicanale” (tramite il sito ottimizzato per device mobili, e-commerce, acquisti via web da negozio e acquisti in negozio), anzi: +57% nel periodo rispetto alla stagione natalizia 2012, con un robusto +47% per le vendite tramite sito “mobile”, +37% quelle segnate da Gamestop.com e addirittura +120% le vendite nei negozi (in sito o con acquisti sul web effettuati nei negozi stessi). Tutto bene allora? Sì e no: per la borsa, che guarda alle prospettive future, l’amaro in fondo a quello che sembrava un dolce dessert è venuto dalla revisione delle stime sugli utili per azione visti a 1,85-1,95 dollari per il solo quarto trimestre e a 2,96-3,06 dollari per l’intero anno (notate come per questo tipo di settore gli ultimi tre mesi dell’anno, grazie proprio alle vendite natalizie, arrivino a pesare fino al 63% in termini di utili d’esercizio). Un dato inferiore alle attese correnti di mercato (2,14 dollari per azione) che ha fatto scattare quasi automaticamente vendite sul titolo a Wall Street.

Nonostante questo brusco scivolone GameStop è certamente un’azienda di successo sulle cui prospettive i fattori in grado di avere un impatto positivo sembrano più numerosi di quelli potenzialmente negativi. Ad esempio la crescita degli utili resta superiore a quella media di settore (+18,8% annuo contro +7,6% medio), gli utili netti per azione sono cresciuti del 111% nell’ultimo anno, i flussi di cassa operativi netti sono saliti di oltre l’80% (a 680,6 milioni di dollari). Come per gran parte del listino americano GameStop mostra semmai il fianco quanto a sostenibilità a breve termine delle quotazioni raggiunte, visto che fino a ieri il titolo segnava una crescita del 98,9% a dodici mesi , tanto più nel caso in cui la Federal Reserve dovesse “togliere gas” azzerando più rapidamente del previsto i sin qui massicci acquisti di titoli obbligazionari sul mercato. C'è da sperare, per loro, che azionisti e manager abbiano la capacità di guardare più alla sostanza del business che alle ballerine valutazioni di borsa.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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