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Fukushima, la falla nel reattore nucleare non si può tappare col calcestruzzo

Una falla di 20 centmetri riversa acqua radioattiva nell’oceano Pacifico nei pressi della centrale nucleare di Fukushima, danneggiata dal terremoto in Giappone dell’11 marzo. Ritrovati i cadaveri di due tecnici.
A cura di Alessio Viscardi
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Fukushima

È fallito il tentativo dei tecnici a lavoro sui reattori della centrale nucleare di Fukushima, danneggiata dal terremoto in Giappone che ha causato oltre 15 mila morti. Falliti i tentativi di tappare la falla in una delle armature che proteggono i nuclei radioattivi dei rettori della centrale, in cui 500 operai lavorano isolati dal mondo e destinati a morire per le conseguenze dell'esposizione alle radiazioni. Dalla crepa si riversa acqua contaminata nell'oceano Pacifico e le squadre addette alla sua riparazione non sono riuscite a tapparla con il calcestruzzo.

La falla è lunga 20 centimetri e si è aperta a causa del violento sisma che ha colpito la regione settentrionale del Giappone lo scorso 11 marzo. Il calcestruzzo con cui si è tentato di chiudere il danno non si è asciugato ed è stato trascinato via dall'acqua. Ora i tecnici proveranno a tappare il buco con un polimero capace di assorbire l'acqua e solidificarsi.

Drammatico il ritrovamento avvenuto oggi dei due operai trascinati via dalla furia dello Tsunami mentre erano impiegati a ripristinare il sistema di raffreddamento del reattore numero due di Fukushima. Si tratta di due giovani di 21 e 24 anni, morti per annegamento e ferite multiple causate dall'onda anomala. I cadaveri sono stati decontaminati dalle elevate dosi di radiazioni che hanno assorbito nei pressi dei reattori.

Si tratta della peggiore crisi nucleare di tutti i tempi. Come sostiene un ingegnere italiano, potrebbe essere peggiore di Chernobyl e costringere all'evacuazione di milioni di giapponesi.

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