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Fukushima, 6 anni fa la tragedia del sisma e tsunami. Il Giappone si ferma per ricordare

Il Giappone si è fermato per ricordare la catastrofe dell’11 marzo 2011 quando sisma e tsunami e la seguente crisi nucleare di Fukushima si abbatterono sulla parte nordorientale del Paese. Oltre 18000 le vittime.
A cura di Susanna Picone
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Il Giappone si ferma oggi per ricordare le vittime del terremoto e tsunami di sei anni fa, seguiti dalla catastrofe nucleare di Fukushima. Un terremoto di magnitudo 9 della scala Richter e uno tsunami con onde alte fino a 20 metri di altezza che hanno causato la morte di oltre diciottomila persone. La catastrofe di Fukushima ha inoltre costretto decine di migliaia di persone a una vita da sfollati. Per ricordare le vittime è stato osservato un minuto di silenzio alle 14.46 locali, le 6.46 in Italia, il preciso momento in cui l’11 marzo del 2011 si scatenava l’onda devastatrice. Contemporaneamente a Tokyo si è tenuta una cerimonia ufficiale alla presenza del premier Shinzo Abe.

Dopo 6 anni 123000 persone vivono in alloggi temporanei – Secondo gli ultimi dati della polizia nazionale, fino a ieri risultavano 15893 vittime in 12 prefetture e 2533 dispersi nel conteggio di sei regioni. Almeno 2523 persone, ha reso noto l’agenzia per la Ricostruzione, sono decedute in 10 prefetture a causa di problemi di salute e altre ragioni per la condizione di evacuati. E dopo sei anni dalla catastrofe ci sono poco più di 123000 persone che vivono in alloggi temporanei, in affitto o altre sistemazioni. Ancora oggi proseguono senza sosta gli sforzi del governo per il piano di ricostruzione.

Bonifiche a rilento – Sul fronte della bonifica, il livello di radioattività attorno ai reattori 1, 2 e 3 della centrale atomica Daichi è ancora elevato e la parete di ghiaccio progettata per isolare le falde acquifere dal liquido contaminato non funziona ancora a pieno regime. Dopo aver continuato a raffreddare la centrale la società di gestione dell'impianto, la Tokyo Electric Power (Tepco), ha riconosciuto che il lavoro più delicato inizia ora: l'estrazione del magma radioattivo, ossia il prodotto della fusione del nocciolo del reattore. Secondo i programmi, i lavori di demolizione della centrale non finiranno prima del decennio 2041-2051.

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