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Fuga dei cervelli: in nome dell’eccellenza si sacrificano migliaia di ricercatori precari

L’associazione di Dottorandi e dottori di ricerca Italiani si mobilita contro il provvedimento Natta per il reintegro del personale docente nelle università italiane: migliaia di giovani ricercatori si barattano con poche centinaia di eccellenze.
A cura di Silvia Buffo
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Forte è la polemica contro la creazione del “Fondo per le Cattedre Universitarie del Merito Giulio Natta” , provvedimento straordinario per il rientro dei “cervelli in fuga” poiché non eviterà l’espulsione dall'università di migliaia di ricercatori precari. Il 93.5% non avrà nessuna possibilità di ottenere un contratto a tempo indeterminato, stando ad un'indagine condotta da ADI. Inoltre le modalità di reclutamento universitario non risultano del tutto trasparenti. Quel che è certo è che si vorrà introdurre un canale di selezione parallelo a quello tradizionale che coinvolgerà commissioni nominate direttamente dal governo e non saranno pertanto sottoposti alle consuete valutazioni dell’ANVUR e dell’ASN.

Ai piccoli atenei restano le briciole

Inevitabilmente gli atenei più grandi e con buone disponibilità finanziarie assorbiranno il 30% delle 500 “cattedre Natta”, con solidi vantaggi in termini economici sulla quota di Fondo di Finanziamento Ordinario erogata dal MIUR, invece agli atenei più piccoli resta davvero poco. Come se non bastasse nessuna conferma sugli ulteriori bandi che dovrebbero seguire alle cattedre Natta. Le risorse destinate alle assunzioni dei ricercatori a tempo determinato potrebbero dimunuirsi drasticamente. Per i giovani ricercatori non strutturati aspirare ad accedere al ruolo è impossibile.

Il futuro è nelle mani di pochi

Dal 2008 ad oggi sono 12000 i docenti universitari in meno e intanto il Governo spende 75 milioni di euro per selezionare 500 ‘super-professori', con una retribuzione molto più alta del solito, a seguito di una procedura che prevede un costo di 3 milioni di euro per il solo 2016. Cifra che sarebbe stata sufficiente per bandire 536 RTDb in più ogni anno, aumentando del 68.8% la quota prevista dal Piano Nazionale della Ricerca, e portando il numero di RTDb banditi ogni anno a circa 1.300. In sostanza accade che migliaia di giovani ricercatori si stanno barattando con poche centinaia di eccellenze.

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