Fu ucciso nel 1991 a Livorno, dopo 24 anni arrestato il cognato

Prova del Dna decisiva per incastrare, ben 24 anni dopo un delitto, il presunto assassino. È a una svolta l’omicidio del muratore Francesco Della Volpe, ucciso a Cecina, in provincia di Livorno, nella notte tra il 30 giugno e il primo luglio del 1991: i carabinieri hanno arrestato oggi E. F., il cognato della vittima considerato dagli inquirenti uno dei due esecutori materiali del delitto. L’uomo è stato individuato grazie alle tracce di Dna lasciate sul luogo del delitto. Al momento resta ignoto il complice. Il corpo di Francesco Della Volpe, 45 anni, sposato e con due figli adolescenti, venne trovato da due carabinieri in un fosso a pochi chilometri da Cecina. L’uomo fu massacrato a martellate. Nonostante le indagini, per anni nessuno ha pagato per quel delitto. Dopo la decisione della Procura di Livorno di riesaminare il caso, l'utilizzo delle nuove tecniche di laboratorio, impensabili all'epoca dell’omicidio, ha permesso ai militari del Ris di Roma di rintracciare e isolare alcuni campioni di Dna riconducibili appunto all’uomo arrestato oggi, alla vittima e a un secondo individuo ritenuto il suo complice.

Decisiva le tracce del Dna – In particolare le analisi genetico-forensi hanno consentito di isolare sui reperti i profili genetici sia della vittima sia del cognato che, secondo le indagini, al momento del delitto indossava il cappellino da muratore e il guanto, dimostrando in modo inequivocabile per gli investigatori come quest'ultimo sia uno dei due esecutori materiali dell'omicidio. In merito all’altro presunto omicida ancora sconosciuto gli specialisti del Ris sono riusciti a individuare e isolare, su altri reperti trovati sul luogo del delitto, un secondo profilo genetico al quale manca solo un nome. Il lavoro degli investigatori continua, dunque, per trovare il complice dell’uomo arrestato oggi.