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Friuli, arriva il reddito minimo: 550 euro al mese contro la povertà. Ecco chi può averlo

Il Friuli-Venezia Giulia diventa la prima regione in Italia a introdurre la “misura attiva di sostegno al reddito”, grazie all’asse creatosi tra il PD, che governa la regione guidata da Debora Serracchiani, Movimento 5 Stelle e SEL.
A cura di Biagio Chiariello
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E’ stata approvata in questi giorni una legge regionale per un reddito minimo garantito in Friuli Venezia Giulia. Grazie ai voti di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e SEL, prevede l’erogazione di una somma fino a 550 euro al mese per chi si trova in particolari condizioni di povertà. Il Friuli è la prima regione italiana a prevedere una misura del genere. E’ dunque previsto un sussidio con durata massima di 24 mesi e finalizzato alla re-inclusione lavorativa di chi purtroppo non si trova in buone condizioni economiche. Nello specifico i beneficiari sono coloro che risiedono nella Regione guidata da Debora Serracchiani da almeno due anni e che hanno un ISEE che certifichi un reddito annuo inferiore a 6 mila euro. Con il Friuli si stipula un “patto di inclusione” col quale i beneficiari dovranno aderire a un “percorso concordato di attivazione finalizzato a superare le condizioni di difficoltà del richiedente e del relativo nucleo familiare”.

La Stampa scrive che reddito minimo garantito  va concepito “più come una misura di contrasto alla povertà fortemente condizionata, che un vero e proprio reddito di cittadinanza, che invece riguarda una fascia ampia di cittadini e non richiede alcuna contropartita. Tuttavia, il varo del nuovo strumento mostra da un lato che sempre più amministrazioni sentono la pressione della crisi e della recessione, che ha creato vaste sacche di persone povere non in grado di farcela senza un aiuto; dall’altro lato, si comprende che c’è – anche per l’iniziativa dei Cinque Stelle – una forte spinta politica ad affrontare il tema. Non è un caso che se il Friuli Venezia Giulia ha già varato la sua norma – non molto costosa, anche grazie al fatto che si rivolge a una fascia veramente ristretta della popolazione – stiano pensando a misure analoghe anche Regioni come la Lombardia e la Calabria”.

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