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Francia, il premier Valls: “Ci saranno altri grandi attentati da parte dell’Isis”

Il premier francese ha annunciato ciò che in molti temono: “Dopo la strage di Parigi del 13 novembre, ci saranno altri attacchi da parte dei terrorismi dello Stato Islamico, questo è certo. Siamo in guerra perché il terrorismo ci combatte”.
A cura di Biagio Chiariello
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Quella del terrorismo è una “minaccia mondiale”, che non è destinata a diminuire “anche se noi lo vorremmo”. Lo ha detto il premier francese Manuel Valls, dal podio della conferenza sulla sicurezza in corso a Monaco di Baviera, dove ha parlato anche del tema Isis. E ha aggiunto che “ci saranno altri attacchi e grandi attentati, questo è certo”. "Noi dobbiamo questa verità ai nostri popoli: ci saranno altri attacchi, attacchi su vasta scala, è una certezza. Questa fase di ‘iper-terrorismo' durerà a lungo, anche se dobbiamo combatterla con la massima determinazione", ha aggiunto Valls. Parole quelle del premier francese che riportano alla mente gli attentati di Parigi del 13 novembre scorso con 129 morti e oltre 350 feriti. "Dobbiamo essere molto forti – ha proseguito Valls – il mondo e anzi l'epoca storica stessa è cambiata. Noi siamo in guerra perché il terrorismo ci ha mosso guerra: dobbiamo dirlo chiaramente”.

“La battaglia al terrore durerà a lungo, forse un'intera generazione", ha ammesso il primo ministro francese, evidenziando la necessità di trovare strategie contro la radicalizzazione: "Esiste questa fascinazione ideologica, ci sono migliaia di estremisti in Francia, anche tante donne", ha spiegato Valls.

 “Non dimentichiamo – ha aggiunto il premier di Parigi– che il nemico è tanto esterno quanto interno e in Francia ci sono almeno mille combattenti e migliaia di giovani molto radicalizzati, così come ci sono tante donne. Da notare che un terzo dei foreign fighters sono convertiti, senza legami recedenti con l'Islam". Valls ha proseguito sottolineando che "ci preoccupa molto lo scontro fra sunniti e sciiti ma anche per la natura della minaccia: il terrorismo non conosce regole e con loro nessuna diplomazia è possibile. Daesh va colpito nei suoi bastioni. Il flusso di profughi dalla Siria dimostra che è urgente agire e che l'opzione militare non è sufficiente: occorre l'aiuto umanitario e dobbiamo concretizzare le intese prese qua a Monaco”.

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