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Chi sono gli attentatori che a Rouen hanno sgozzato un parroco

Uno dei due terroristi dell’attacco nella chiesa di Saint-Etienne-du Rouvray, nel nord ovest della Francia, entrambi cittadini francesi, non solo sarebbe già schedato, ma pare abbia tentato di raggiungere la Siria per arruolarsi nello Stato islamico. Arrestato, dallo scorso marzo era in libertà vigilato con obbligo di braccialetto elettronico.
A cura di Ida Artiaco
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Sono cittadini francesi, entrambi nati a Rouen, i terroristi che hanno preso in ostaggio alcuni fedeli e sgozzato il parroco di una chiesa di Saint-Etienne-du Rouvray, nel nord ovest della Francia, prima di essere uccisi dalla polizia. L'Isis ha rivendicato l'attentato, definendo i due uomini "suoi soldati". Alcuni testimoni li hanno sentiti inneggiare a Daesh, acronimo arabo dello Stato islamico, prima di compiere l'omicidio. E con il passare delle ore gli inquirenti rivelano ulteriori dettagli sulla loro identità e il loro passato.

Uno dei due autori dell'attacco, identificato per il momento con le iniziali A.K., sui 19 anni di età, aveva cercato di recarsi in Siria, ma era stato fermato in Turchia nel maggio dello scorso anno e rimandato in Francia, dove era rimasto in prigione per quasi un anno. Rilasciato il 22 marzo 2016, era in attesa di essere processato per legami con il terrorismo e posto in libertà vigilata, con l'obbligo d'indossare un bracciale elettronico per la localizzazione. Poteva uscire di casa solo dalle 08:30 alle 12:30.

"E' un coglione. Ha tolto la vita a gente che non c'entrava niente con le sue storie. Era arrabbiato perché voleva andare in Siria e lo hanno fermato, voleva vendicarsi per essere stato in prigione. Poteva vendicarsi in prigione invece di fare una cosa cosi nel quartiere". Sono state queste le parole raccolte dalla stampa locale da un giovane musulmano di Saint-Etienne du Rouvray, che ha preferito non rendere note le sue generalità. "Hanno provato ad andare in Siria, lui e il fratello – ha continuato – hanno truccato i documenti, li hanno scambiati, una cosa del genere. Ma lui è stato fermato e rimandato indietro, era furioso. Il fratello, invece, è passato, sta lì adesso e dicono che mandi foto dal Medioriente".

Secondo altre fonti di polizia l'uomo era già stato schedato con la lettera "S", quella che indica gli individui potenzialmente radicalizzati a rischio di passare all'azione. La notizia non è al momento confermata. Se così fosse, però, si riaprirebbe di nuovo il dibattito sulle falle di sicurezza interne alle autorità francesi, già nell'occhio del ciclone per alcune pesanti accuse in seguito ai tragici eventi di Nizza dello scorso 14 luglio.

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