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Foto di soldatesse nude su facebook: nuovo scandalo per l’Esercito Usa

Le fotografie sono state pubblicate su un gruppo segreto di facebook chiamato “Marines United”. Il Pentagono ha aperto un’inchiesta.
A cura di Davide Falcioni
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Un nuovo scandalo per l'esercito più potente degli Stati Uniti: dopo le rivelazioni sulle torture ai prigionieri nelle prigioni irachene, risalenti ad alcuni anni fa, a finire nell'occhio del ciclone – fortunatamente per ragioni meno gravi – è la Marina Militare americana: alcuni marines, infatti, avrebbero postato fotografie di soldatesse nude e veterani in un gruppo "segreto" di Facebook chiamato "Marines United". Il Pentagono ha aperto un'inchiesta e le immagini sono state rimosse.  "Prendere di mira in maniera inappropriata uno dei nostri marine, sia online o in altro modo, è di cattivo gusto e mostra una mancanza di rispetto", ha commentato il generale Robert Neller, lo stesso che comunque sulla vicenda si è rifiutato di rilasciare altre dichiarazioni. Lo scandalo è stato portato alla luce da The War Horse, una Ong gestita dal veterano Thomas Brennan, diffuso dal sito Reveal. "Mi aspetto che i marines diano il meglio di se stessi come esseri umani, colleghi e militari".

In merito a quanto accaduto sta indagando il Naval Criminal Investigative Service, tuttavia per ora non è noto il numero di militari e altri membri del servizio coinvolti che rischiano la corte marziale. Un funzionario della Marina, che ha rilasciato un'intervista a condizione di rimanere anonimo, ha detto che almeno un contractor è stato licenziato a causa di questo scambio. Ronald L. Green, uno degli ufficiali della Marina, ha dichiarato che "questi comportamenti negativi sono assolutamente contrari a ciò che noi rappresentiamo."

"Siamo grati che Brennan abbia notificato al Corpo e all'NCIS ciò che ha visto sulla pagina Facebook di Marines United – ha detto il portavoce, il capitano Ryan E. Alvis –  perché ci ha permesso di agire immediatamente per individuare e rimuovere immediatamente le foto esplicite e di prepararsi a sostenere le potenziali vittime". Stando alle prime informazioni sarebbero almeno 12 le donne in servizio attivo identificate dalle fotografie. Altri scatti però sono stati anche pubblicati collegandoli, tramite link, Google Drive. Gli account sui social media dove avveniva la condivisione sono stati rimossi da Facebook e Google su richiesta del corpo.

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