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Formigoni e le firme false: ”Al massimo rischio qualche multa”

Il governatore della Regione Lombardia parla dell’inchiesta della Procura milanese sulle quasi 800 firme false per la presentazione della sua lista elettorale. ”Finirà tutto in una bolla di sapone”
A cura di Biagio Chiariello
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770 su 3800 firme false per candidare la lista Formigoni alle regionali del 2010. Il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo,  ha iscritto nel registro degli indagati una decina di consiglieri comunali e provinciali lombardi con l'accusa di falso ideologico e falso in atto pubblico. I consiglieri che hanno convalidato le firme a sostegno della lista milanese del Pd per le elezioni dello scorso 28 e 29 marzo del 2010, hanno già ricevuto un avviso di garanzia. La contraffazione delle firme è stata provata non con una perizia calligrafica, ma convocando tutti e 3800 votanti, tra i quali 770 per l'appunto, in relazione al listino bloccato, hanno disconosciuto la propria firma. Nell'invito a comparire ricevuto dai consiglieri si legge che costoro hanno agito "in concorso con altre persone allo stato non identificate". I magistrati, infatti, stanno cercando di identificare chi materialmente ha sottoscritto le firme false, poi autenticate dai consiglieri. Questi ultimi, come detto, sono accusati di falso ideologico, mentre per i falsi firmatari il reato ipotizzato è di falso materiale.

Tuttavia il governatore della Regione Lombardia, non sembra preoccupato più di tanto e afferma che, qualora gli inquirenti avessero ragione succederebbe ben poco: "Chi vince le elezioni lo decide il popolo e io sono stato eletto con una valanga di voti. È un anno che i Radicali la menano su una vicenda che la magistratura per quattro volte ha già giudicato insussistente. Il risultato è quattro a zero per noi", commenta Roberto Formigoni nell'intervista concessa a Repubblica. Nessuna intenzione di dimettersi, dunque, come richiesta da più parti. Ritorna, come aveva già fatto ieri di fronte ai cronisti, a rammentare quel "popolo sovrano" che lo ha scelto "preferendolo a qualsiasi soluzione". Lo stesso popolo sovrano che avrà avuto modo di assistere alla comicità (involontaria) ostentata da Formigoni nei video promozionali lanciati su YouTube.

"Il mio compito era fare la campagna elettorale, i vertici del partito mi dissero che la lista era chiusa e la raccolta di firme regolare" continua Formigoni. "Se la magistratura accerterà errori  è bene che i responsabili paghino" ma in ogni caso, è sicuro: "tutto finirà in una bolla di sapone. Se si accerteranno delle irregolarità di tipo burocratico, al massimo ci saranno delle sanzioni amministrative".

Dunque solo qualche multa? In realtà il capo del Pirellone dimentica che le eventuali difformità nella presentazione di una lista elettorale portano all'annullamento della lista stessa. E in caso di vittoria pena la revoca della nomina.

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