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Fonsai: Giulia Ligresti patteggia due anni e otto mesi di reclusione

La figlia di Salvatore Ligresti ha patteggiato la pena davanti al tribunale di Torino nel procedimento giudiziario a suo carico per la vicenda Fondiaria-Sai. Nell’accordo tra accusa e difesa anche una multa da 20mila euro e la confisca di quote azionarie detenute dalla donna.
A cura di Antonio Palma
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Giulia Ligresti, figlia del patron Salvatore Ligresti ed ex presidente di Premafin ha patteggiato una pena a due anni e otto mesi di reclusione nell'ambito del procedimento giudiziario a suo carico per la vicenda Fondiaria-Sai in cui è accusata insieme agli altri membri della famiglia di falso in bilancio e aggiotaggio. Nella proposta di patteggiamento accettata dalla procura di Torino e accolta dal Tribunale del capoluogo piemontese, rientrano anche una multa per ventimila euro, la confisca di quote azionarie della società immobiliare Pegaso e delle polizze detenute dalla donna per il valore di diversi milioni di euro. I beni confiscati fanno parte di quelli messi sotto sequestro preventivo dalla Guardia di Finanza ad agosto su mandato dei pm di Torino Vittorio Nessi e Marco Gianoglio, titolari del fascicolo su Fondiaria Sai.

Giulia Ligresti era stata arrestata nel luglio scorso insieme agli altri componenti della famiglia e ai vertici del gruppo e si trova ora agli arresti domiciliari dopo che i medici del carcere di Vercelli avevano inviato una relazione in Tribunale perché le sue condizioni psicologiche non erano compatibili con la detenzione poiché rifiutava il cibo e aveva perso molti chili. Giulia Ligresti resterà ai domiciliari fino a quando i suoi avvocati non presenteranno istanza di scarcerazione. Ai domiciliari resta anche il padre Salvatore mentre la sorella Jonella resta in carcere a Torino dopo che il tribunale del riesame ha rigettato l'istanza di scarcerazione.

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