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Foggia, soldi al sindacalista per far assumere il figlio. Gip archivia: non c’è truffa

Il giovane avrebbe ottenuto un aiuto dal sindacalista ma poi è stato licenziato dalla Fca di Melfi. I genitori quindi hanno presentato denuncia, ma il magistrato ha archiviato: “Intermediazione effettivamente svolta”.
A cura di Susanna Picone
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Cinquemila euro dati al sindacalista per assicurare un lavoro al figlio. Succede in provincia di Foggia, dove i genitori di M.M., un giovane di 24 anni, vengono a sapere che la Fiat di Melfi assumerà 1000 lavoratori e che c'è la possibilità di ottenere un aiuto dal sindacato. Così si incontrano con Vincenzo Mauriello, delegato del Fismic alla Fca di Melfi. “Il signor Mauriello venne a casa nostra- è il racconto della mamma del giovane riportato da Repubblica– e ci disse che se avessimo voluto far lavorare nostro figlio in Fca avremmo dovuto pagargli 4000 euro: 2000 al momento dell'assunzione come lavoratore interinale e altri 2000 al momento della firma del contratto a tempo indeterminato”. Ed è effettivamente quello che è accaduto. Il 27 febbraio 2015 M.M. viene assunto dall'agenzia Manpower ed entra in Fca come lavoratore interinale. Poi il 31 luglio firma il contratto a tempo indeterminato. Allo scadere del periodo di prova, però, il giovane viene licenziato dall’azienda (nel frattempo i genitori avevano pagato altri 800 euro per ulteriori “spese” degli intermediari). La famiglia del ragazzo a quel punto si sente tradita e denuncia per truffa Mauriello e l'altro intermediario. Ma il pm prima e il gip poi danno torto ai genitori. Perché “la somma era destinata a remunerare gli indagati per l'intermediazione effettivamente svolta”. Una tesi condivisa dal gip di Foggia, Marco Ferrucci. M.M. otterrà quindi solo un risarcimento in sede civile.

Le parole del vescovo di Melfi – Il caso sta facendo discutere anche perché, ricorda il quotidiano, nei giorni scorsi il vescovo di Melfi ha lanciato l'allarme “sui posti di lavoro pagati 5000 euro a certi sindacalisti per far assumere le persone nell'indotto dell'auto”. Parole che hanno spinto la Fismc a prendere posizione: “Monsignor Todisco – si legge in una nota – avrebbe dichiarato di essere venuto a conoscenza che qualcuno avrebbe chiesto ingenti somme di denaro in cambio di un posto di lavoro nel polo automobilistico di Melfi. Non si può sparare nel mucchio. La Fismic pretende che si facciano i nomi e non più allusioni che ledono il lavoro onorevole che tanti sindacalisti svolgono ogni giorno a favore del lavoro e dei lavoratori. Condanniamo i fatti denunciati e, se appurati, ci costituiremo parte civile”.

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