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Firenze, segrega la figlia 13enne per 4 anni e la vende come sposa per 15mila euro

La giovane, oggi 17enne, in attesa delle nozze avrebbe dovuto mantenere la verginità, dimagrire e imparare a fare le faccende domestiche. È riuscita a chiedere aiuto a un coetaneo tramite una chat di un gioco per smartphone. Il padre arrestato per tutelare le nipotine.
A cura di Susanna Picone
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Un uomo di quarantanove anni è stato arrestato a Firenze dalla polizia dopo che dalle indagini è emerso che aveva segregato in casa la figlia minorenne e l’aveva promessa in sposa per quindicimila euro a un connazionale che lei neppure conosceva. Per quattro anni la ragazzina, tredicenne all’inizio del suo incubo e oggi diciassettenne, sarebbe stata segregata in casa dai genitori che, in questo periodo, le avrebbero permesso di uscire solo poche volte al mese per fare la spesa ma sempre in compagnia di uno degli uomini della famiglia. Non poteva possedere denaro né la scheda telefonica ma, proprio grazie al suo cellulare, di nascosto la giovane è riuscita a chiedere aiuto a un coetaneo accedendo alla chat di un gioco grazie a una connessione wi-fi in strada. A quel punto il ragazzino, residente in Sicilia, ha raccolto la richiesta d’aiuto e ha segnalato il caso ai familiari e quindi a un centro antiviolenza. Da qui sono partite le indagini – condotte dalla squadra mobile – e il padre della giovane, un cittadino serbo, è stato arrestato. Riduzione in schiavitù il reato contestato all’uomo, arrestato in esecuzione di una misura di custodia cautelare in carcere disposta dal gip su richiesta della Dda fiorentina.

L'"accordo" stipulato nel 2013: da allora la ragazzina è stata rinchiusa in casa

In attesa delle nozze doveva restare vergine, dimagrire e imparare a fare le faccende domestiche – Secondo quanto ricostruito dalla polizia, quattro anni fa la ragazza era stata promessa in sposa dal padre a un connazionale residente con la propria famiglia in Francia. L'accordo stipulato prevedeva il pagamento di quindicimila euro, quattromila dei quali furono versati come acconto dieci mesi dopo, quando la famiglia del futuro sposo venne in Italia. In quella occasione fu stabilito che in attesa delle nozze la futura sposa avrebbe dovuto mantenere la verginità, dimagrire e imparare a fare le faccende domestiche. Diversamente la sua famiglia avrebbe dovuto restituire l’acconto. In base a quanto emerso dalle indagini, da allora la ragazza sarebbe stata segregata in casa fino a quando non sono arrivati a salvarla i poliziotti della squadra mobile di Firenze. Quando questi si sono presentati a casa per una perquisizione, nell'agosto del 2016, lei ha chiesto e ottenuto di essere portata via da casa e condotta in una struttura protetta. Pochi giorni dopo sarebbe dovuta andare in Francia per sposarsi. Nei mesi successivi il padre ha cercato di rintracciare la figlia arrivando anche a chiamare più volte la segreteria dell'assessore all'accoglienza e all'integrazione del Comune di Firenze, minacciando di occupare gli uffici se non gli avessero restituito la ragazza.

La ragazza per salvarsi iniziò a mangiare tanto per ingrassare – Da quanto emerso nel corso delle indagini, nella speranza di salvarsi ed evitare quel matrimonio che non voleva la ragazzina aveva iniziato a mangiare il più possibile, per ingrassare, dal momento in cui nel 2013 la famiglia dello sposo arrivò dalla Francia per conoscerla. L'anno successivo, durante la “festa di fidanzamento” a Firenze che suggellava l'accordo tra le famiglie, i suoi compratori decisero che sarebbe dovuta dimagrire e avrebbe dovuto curarsi la pelle del viso.

L'arresto del padre: alto il rischio che potesse vendere anche le nipotine

Il padre della ragazzina arrestato per tutelare le nipotine – L’uomo finito in manette è stato fermato per evitare che potesse ridurre in schiavitù e vendere anche le nipotine. Gli agenti sono andati ad arrestarlo nella casa popolare, alla periferia di Firenze, dove viveva con tutta la famiglia di etnia rom. Nell'abitazione vivono anche i due figli maschi, le loro mogli e le loro bambine. Secondo il giudice che ha disposto l'arresto era troppo alto il rischio che l’uomo potesse tentare di vendere pure le nipotine come aveva tentato di fare con la figlia. Durante le indagini, un'altra conoscente della famiglia, anche lei di etnia rom, avrebbe confermato agli investigatori l'usanza dei matrimoni combinati. “La nostra tradizione è così”, avrebbe ammesso lo stesso indagato in una delle intercettazioni della polizia.

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