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Firenze, gli Uffizi chiudono un’ala per il troppo caldo: opere d’arte in pericolo

Sospese le visite per gruppi, con “effetto immediato”, nel Corridoio Vasariano. La decisione è stata disposta a seguito di un esposto sulle condizioni di sicurezza attuali dell’ambiente.
A cura di Susanna Picone
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Chiuso il Corridoio Vasariano a Firenze. “Con effetto immediato” la direzione delle Gallerie degli Uffizi fa sapere di aver sospeso le visite per gruppi nel celebre corridoio che collega gli Uffizi a Palazzo Pitti passando sopra l'Arno. Per il momento non è stata indicata una data di riapertura. Dagli Uffizi fanno sapere che la decisione di chiudere il Corridoio Vasariano è stata disposta dal Comando provinciale dei Vigili del fuoco a seguito di “un esposto sulle condizioni di sicurezza attuali dell'ambiente”, presentato nei mesi scorsi alla Prefettura, e al conseguente sopralluogo degli stessi Vigili del fuoco.

"Rimuovere le opere pittoriche a causa delle condizioni climatiche" – Inoltre, si legge ancora nella nota che comunica lo stop alle visite, le temperature eccezionalmente alte di questi giorni, che oltrepassano i limiti regolamentari per visitatori e custodi, rendono “comunque inagibile” l'ambiente e confermano la giustezza della scelta di “rimuovere le opere pittoriche dal suo interno a causa delle condizioni climatiche non favorevoli per la loro conservazione”. Ad annunciare la rimozione, recentemente, è stato il direttore Eike Schmidt, nell'ambito di una operazione di riorganizzazione degli spazi del Vasariano.

Problemi per norme antincendi – Da quanto si apprende, la chiusura del Corridoio di Firenze sarebbe in particolare legata a problematiche relative all'applicazione di norme antincendio. Attualmente vi sono accolte circa 700 opere, delle quali 500 sono autoritratti e nessuna al momento risulta essere stata spostata. L'area secondo il piano di riorganizzazione del direttore avrebbe dovuto essere chiuso per interventi di adeguamento alla nuova funzione a partire da ottobre. L'idea di Schmidt era anche quella di spostare gli autoritratti in apposite sale ricavate al primo piano degli Uffizi.

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