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Finti matrimoni con italiane per ottenere il permesso di soggiorno, 15 arrestati

L’operazione è stata messa a segno dai carabinieri di Savona, ma le cui indagini sono state estese anche a Piemonte, Lombardia, Emilia e Calabria. Stranieri pagavano fino a 12 mila euro per il “pacchetto-matrimonio” che comprendeva anche il servizio fotografico e la festa con testimoni e parenti (finti e finiti tra gli indagati). A tradire la banda la ‘svista’ di una falsa sposa che ha sbagliato a trascrivere il nome della futura ‘dolce meta’.
A cura di Biagio Chiariello
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I Carabinieri del Comando provinciale di Savona hanno smantellato un’organizzazione criminale specializzata in "finti matrimoni"  finalizzati a far ottenere a cittadini stranieri il permesso di soggiorno, grazie alle nozze con donne italiane compiacenti. Quindici persone sono state arrestate (una decina di italiani e cinque di nazionalità maghrebini: Said Assouli, 46 anni, Hamid Tarik, 36, Hatim Elasraoui, 35, Kadijia Nasser, 48, titolare di un'agenzia di viaggi di Albenga oggi sequestrata) nell’ambito dell’operazione, le cui indagini sono state estese, oltre che alla Liguria, anche ad altre regioni, tra cui, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Calabria. Le accuse, a vario titolo, sono di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, violazione della Bossi-Fini e induzione al falso ideologico. Per i cinque maghrebini si sono aperte le porte del carcere, per le spose sono invece scattati i domiciliari. Le ordinanze sono state firmate dal gip savonese Francesco Meloni. L’indagine è stata coordinata dal pm Giovanni Battista Ferro e condotta dal nucleo investigativo dei carabinieri, agli ordini del comandante provinciale Dionisio De Masi, del colonnello del reparto operativo Alessandro Ciuffolini e del capitano Alberto Azara del nucleo investigativo.

Come detto, l’obiettivo principale del sodalizio criminale era quello di far ottenere agli “sposini” extracomunitari un permesso di soggiorno definitivo in Italia. Gli interessati pagavano una cifra di circa 10/12 mila euro che includeva il costo del viaggio, il sì della sposa (italiana compiacente), le pubblicazioni, la cerimonia del matrimonio civile con tanto di testimoni, amici, parenti (ovviamente finti e finiti tra gli indagati) e pure il fotografo. Le “nozze”  permettevano il rilascio del permesso di soggiorno definitivo e quindi la libera circolazione non solo nel territorio nazionale italiano, ma anche nella Comunità Europea. Le indagini sono state attivate a seguito di alcuni matrimoni sospetti registrati presso gli Uffici di stato civile di alcuni Comuni liguri. I controlli di routine hanno consentito di gettare luce sulla speciale “agenzia matrimoniale”.

Sembra che a tradire i criminali sia stata la ‘svista' di una falsa sposa che ha presentato in Comune a Savona una prima pubblicazione nella quale risultava intenzionata a sposare uno straniero e due giorni dopo ne ha presentata una nuova con il nome di un altro uomo. Le ‘spose', nove italiane e una polacca cittadina italiana di età compresa tra i 20 e i 47 anni, sono ai domiciliari. 13 le persone indagate a piede libero.

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