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“Ho un tumore alle ovaie, aiutatemi a raccogliere soldi”. Ma era tutta una truffa

Bella gara di solidarietà in Australia per aiutare la 31 enne Elisabeth Edmunds, madre di sei figli e malata terminale. Poi però si è scoperta l’irritante verità.
A cura di Biagio Chiariello
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Madre di sei figli con un tumore alle ovaie in stadio avanzato e metastasi a numerosi altri organi. Un caso umano quello di Elisabeth Edmunds, detta Elle, australiana di 31 anni. Per lei i social network si erano mobilitati alacremente, grazie anche a Jessica Mckay, che , tramite una pagina Facebook dedicata, aveva avviato una raccolta fondi a favore della donna. Sul gruppo c’erano anche varie foto di Elle, intenta a rasarsi i capelli, aiutata dal compagno, dopo essersi sottoposta alla chemioterapia. Immagini che avevano contribuito anche alla nascita di altri gruppi di sostegno. Ma poi l’irritante scoperta: era tutta una montatura.

La storia risale allo scorso settembre quando su Facebook nasce la pagina Help for Elle, in cui viene raccontata la drammatica storia di Elisabeth Edmunds. La donna si era vista diagnosticare il terribile male lo scorso aprile: i medici le avrebbero dato non più di tre anni di vita, secondo quanto aveva fatto sapere a parenti e conoscenti. Un lungo periodo da trascorrere tra cure costose (un ciclo di chemio, diceva Elle, costava di base almeno 1600 dollari) e dolorose e un fisico sempre più deperito. Nel frattempo  attraverso un sito e un conto in banca creato appositamente per le donazioni arrivano i soldi per le terapie: tra iniziative di beneficenza e raccolte fondi per la causa della donna vengono raccolti oltre duemila dollari.

Poi quell’improvviso e scioaccante messaggio, il 31 ottobre, che svela la verità. Jessica, l’amministratrice di Help for Elle, scrive:

Mi hanno contattata per dirmi che Elle non ha mai avuto il cancro e che era tutta una truffa. Tutti i soldi raccolti verranno donati al Cancer Council Australia, visto che alcuni miei famigliari sono morti di cancro. Sono disgustata dall’accaduto e sto cercando di contattare tutti coloro che hanno fatto una donazione. Penso che gente del genere si meriti di finire in prigione, e non riesco davvero a capire come si possa fingere di avere il cancro! È una cosa orribile nei confronti di tutti quelli che sono malati per davvero”.

Nell’occhio del ciclone ci finisce la stessa Jessica McKay. Lei si difende così:  “Non conoscevo Elle di persona, ho creato la pagina Facebook soltanto per aiutare una persona in difficoltà”. E spiega di aver agito in buona fede: “I miei nonni sono morti di cancro – ha detto– così quando ho sentito la sua storia ho voluto aiutarla”.

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