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Finanziamento pubblico all’editoria, il caso Avanti! (REPORTAGE)

Fondi per l’editoria scomparsi, latitnati che rientrano da Panama e truffa nei confronti dello Stato. Il senato decide se concedere gli arresti domiciliari per il senatore Sergio De Gregorio, coinvolto nelle indagini della Procura di Napoli sui 23 milioni di euro destinati al quotidiano Avanti! che sarebbero stati gonfiati.
A cura di Alessio Viscardi
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Fondi per l'editoria

Il Senato decide sulla misura cautelare degli arresti domiciliari per il senatore Sergio De Gregorio, dopo il parere favorevole espresso dalla Giunta per le immunità lo scorso 10 maggio. L'onorevole -passato al Pdl dall'Italia dei Valori subito dopo le elezioni del 2006- è accusato dalla Procura di Napoli di aver stretto un sodalizio criminale con Valter Lavitola – il faccendiere napoletano reo di aver fatto da tramite tra Giampaolo Tarantini e Silvio Berlusconi nel giro di escort e festini tra Villa Certosa e Arcore. Sotto il mirino degli investigatori, circa 23 milioni di euro di finanziamento pubblico all'editoria percepiti dal quotidiano l'Avanti! che il sodalizio Lavitola – De Gregorio (entrambi ne hanno ricoperto il ruolo di direttore responsabile e editore) avrebbero distratto dalla propria funzione prevista dalla Legge 250 del 1990. Inoltre, per accrescere l'entità il finanziamento, il duo avrebbe fittiziamente gonfiato con una serie di false fatture i costi dichiarati, riuscendo a far perdere le tracce di almeno 100 copie al giorno attraverso vendite in blocco -per “strillonaggio”.

Ventitré milioni e duecentomila euro, precisamente, in un arco temporale che va dal 1997 – anno in cui Sergio De Gregorio rileva la direzione – al 2009. I fondi sarebbero stati distolti per essere utilizzati dal faccendiere Lavitola in investimenti all'estero, in particolare a Panama, oggetto delle indagini sul suo coinvolgimento in Finmeccanica. Il senatore De Gregorio viene definito dai pm “socio effettivo e gestore” della International Press – cooperativa giornalistica che aveva rilevato la proprietà dell'Avanti! proprio da De Gregorio. Fatture inesistenti nei confronti della società sarebbero state emesse da altre imprese riconducibili allo stesso senatore: BVP Broadcast Videom Press, Aria Nagel e Italiani nel mondo channel.

Strillonaggio, il trucchetto di Valter Lavitola per piazzare le copie vendute in bocco? Fare leva sul suo ruolo di editore, poi direttore, del giornale del Partito Socialista Italiano – che nonostante non avesse alcun membro eletto in Parlamento, beneficiava ancora dei diritti acquisiti come testata politica. Il faccendiere avrebbe chiesto – scrivono i pm e candidamente ammette lo stesso Lavitola – agli ex-socialisti confluiti in Forza Italia di comprare decine di copie de l'Avanti! indicando precisamente in quali piazze e davanti quali sedi di partito sarebbero stati inviati gli strilloni. Quando una modifica al regolamento per l'erogazione dei finanziamenti impone un tetto minimo del 25% di vendite da effettuare in edicola per accedere ai finanziamenti, Valter Lavitola ammette di aver inviato persone di sua fiducia a comprare centinaia di copie a proprie spese.

“Che io fossi amico di Berlusconi lo sapevano tutti, che l’Avanti! fosse il mio lo sapevano tutti” – dichiara Lavitola, detenuto a Poggioreale dopo una latitanza di diversi mesi a Panama – “quindi mandare qualcuno davanti a una sezione o a un consiglio comunale e dire: il giornale dei socialisti di Forza Italia… se lo compravano. Io poi come giornalista non avevo difficoltà ad andare nel Transatlantico a contattare la gente e a dire: fai dieci telefonate che domani lì davanti si comprano il giornale… e abbiamo fatto anche vendite a prezzo ridotto…” poi sintetizza il trucchetto per accrescere le vendite per strillonaggio “se io telefono a Bari all’amico consigliere regionale e gli dico: senti, c’è lo strillone a piazza là, vatti a comprare tutte le copie…”.

Il senatore De Gregorio si è detto estraneo ai reati a lui imputati e convinto che non sussistano i “gravi indizi di colpevolezza” giustificanti la misura di carcerazione preventiva richiesta dai Pm Curcio, Woodcock e Piscitelli. Raggiunto da fanpage.it durante la sua audizione presso l'Ordine dei giornalisti della Campania e interrogato sui 23 milioni di euro mancanti, De Gregorio scarica la responsabilità su Lavitola, premettendo: “Lei crede che con tutti i costi che ci vogliono per portare avanti un giornale ci fosse qualcosa da sottrarre? Se Lavitola fosse stato Mandrake, al limite sarebbe riuscito a farsi una cresta del 20% sui fondi per l'editoria ricevuti da l'Avanti!”

Ma l'Avanti! in edicola non c'era… Quando gli facciamo notare che diversi servizi giornalistici, nei mesi scorsi, hanno dimostrato che nelle edicole italiane del giornale che aveva diretto fino al 2006 non se ne trovava traccia, il senatore mette le mani avanti: “Fino a che sono stato direttore io, il giornale veniva distribuito in tutta Italia assieme al Giornale di Vittorio Feltri, oppure volete dirmi che neanche il Giornale è un quotidiano vero?” ci chiede De Gregorio.

Giornale del partito socialista? Sulle polemiche nate sul il suo giornale quello che discende direttamente dal quotidiano del Partito socialista italiano. De Gregorio, per conto suo, rivendica di aver rilevato la proprietà della testata quando il liquidatore del partito non la rinnovò nel 1995 e diverse cause vinte lo dimostrerebbero.

“Io ho dimostrato per tabulas che fino al 2006 venivano distribuite 2 milioni e 700 mila copie del giornale in tutta Italia” rincara De Gregoro. “Se il Senato vorrà mandarmi in carcere sarà una cosa strana, uno strano precedente giuridico” ci dice prima di lasciarci, fatto che che dei dati e stime ufficiali di diffusione de l'Avanti! non ce n'è traccia.

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