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Filma con il cellulare l’abuso e fa arrestare il suo violentatore: il coraggio di Lillian

Lillian Constantine, studentessa 18enne inglese, ha ripreso con il suo smartphone il momento in cui è stata attaccata sessualmente da un uomo. La polizia, analizzando il filmato, è riuscita ad arrestarlo: “Può essere difficile reagire in quel momento, ma così avrete una possibilità di farvi giustizia”.
A cura di Ida Artiaco
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Lillian Constantine, 18 anni (Facebook).
Lillian Constantine, 18 anni (Facebook).

È riuscita a mantenere la calma mentre veniva abusata da un uomo, filmando l'attacco con il cellulare e incastrando il suo aguzzino che è così finito in galera. Sta facendo il giro del mondo la storia di coraggio di Lillian Constantine, studentessa 18enne del Kent, contea inglese a Sud di Londra. Il video ripreso dalla ragazza, dalla durata di circa 47 secondi, mostra il momento dell'attacco brutale, avvenuto mentre stava rientrando a casa. È la prima volta che le immagini di una vittima vengono utilizzate per l'arresto di uno stupratore.

Aveva il suo Samsung tra le mani per farsi luce, dal momento che la strada che stava percorrendo era più buia del solito, in quanto l'amministrazione comunale aveva deciso di ottimizzare l'uso del lampioni per risparmiare e ridurre le emissioni di carbonio. Lillian è stata, dunque, attaccata nella sua città, mentre rientrava a casa intorno a mezzanotte. Era stata con un amico in un bar a bere vino, quando è stata probabilmente notata da un uomo che l'ha seguita. "Se solo avessi avuto più luce – ha dichiarato al quotidiano britannico Daily Mail – sarei riuscita ad avere molti più filmati e sarebbe stato più facile per la polizia individuare il mio aguzzino, oltre che un deterrente per la violenza. Sono molto arrabbiata per questo". Il mese scorso il violentatore è stato identificato come Ashraf Miah, 34enne originario del Bangladesh.

La polizia ha isolato alcuni frame riuscendo a dare all'aguzzino un volto e un nome. L'ha poi arrestato e dovrà restare in prigione per altri tredici anni. "Ho visto che mi seguiva con la coda dell'occhio – ha raccontato Lillian-. Appena si è avvicinato e mi ha sfiorato la spalla ho cominciato a registrare. Avevo il telefono in mano per farmi luce. Mi ha chiesto dove stessi andando, poi ha cominciato a toccarmi, facendo di tutto pur di non farmi scappare. L'ho minacciato di chiamare la polizia e le mie urla hanno fortunatamente allertato una persona del vicinato che è uscita dalla porta di casa e l'ha fatto filare via. Così, seppur sanguinate, sono riuscita ad arrivare sana e salva dai miei genitori". Trasportata in ospedale e dopo aver sporto denuncia, sono cominciate le indagini della polizia per rintracciare l'uomo.

Lillian ha rinunciato al suo diritto all'anonimato per raccontare la sua disavventura e diventare un esempio per tutte le ragazze che subiscono violenze del genere. "Può essere difficile reagire in quel momento – ha continuato – ma se riuscite a prendere il vostro telefono e a scattare una foto o a registrare un video avrete una possibilità che vi venga fatta giustizia".

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