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Figlia di ex fascista firma la pace con il partigiano che uccise suo padre

Valentino Bortoloso, 94 anni, partigiano detto ‘Teppa’, e Anna Vescovi, figlia di un fascista ucciso dall’allora garibaldino durante l’eccidio di Schio, si sono stretti la mano ed hanno sancito la pace.
A cura di Davide Falcioni
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Sono passati oltre 70 anni, ma alla fine Valentino Bortoloso, 94 anni, partigiano detto ‘Teppa', e Anna Vescovi, figlia di un fascista ucciso dall'allora garibaldino durante l'eccidio di Schio, si sono stretti la mano: la pace è stata "sancita" questa mattina nella sede la Curia di Vicenza, con il Vescovo della Diocesi Beniamino Pizziol che ha fatto da garante. "Sulla base di sentimenti di pace e misericordia – si legge nell'atto di pace sottoscritto – e fondando le nostre certezze sul Patto di Concordia sottoscritto a Schio il 17 maggio 2015, Bortoloso e Vescovi, consapevoli che è giunto il momento di pacificare le tragiche contraddizioni delle stessa storia di 70 anni orsono, in un un sacro e umile silenzio, con grande atto di coraggio da entrambe le parti, ci siamo incontrati in un commosso abbraccio di grazie e di perdono".

L'evento ha avuto una eco pubblica non indifferente in città: "Questo nostro atto – hanno spiegato ai giornalisti Valentino Bortoloso e Anna Vescovi, seduti vicino al Vescovo – deve essere monito ed esempio per tutti, soprattutto per le nuove generazioni, traendone la certezza che è possibile superare le barriere dell'odio e delle rivendicazioni. Formuliamo entrambi un forte auspicio e una viva preghiera, affinché le brutture del passato non abbiano mai più a ripetersi per il bene della nostra città, ma soprattutto per il bene di tutti noi".

Cosa fu l'eccidio di Schio

La strage di Schio avvenne il 7 luglio del 1945, a quasi tre mesi dalla Liberazione dal nazifascismo e dall'uccisione di Benito Mussolini. Un gruppo di ex partigiani della Divisione garibaldina "Ateo Garemi" ed agenti della Polizia ausiliaria partigiana (istituita alla fine della guerra e composta da ex partigiani) irruppero nel carcere mandamentale di Schio, in provincia di Vicenza, e uccisero 54 detenuti ex fascisti e ferendone altri 17. Si trattò di una rappresaglia per la morte del partigiano Giacomo Bogotto, ucciso dalle Brigate Nere, e per la strage di Pedescala, portata a termine dai tedeschi in ritirata con l'assassinio di 82 civili.

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