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Fiat, licenziati quattro operai: inscenarono il suicidio di Marchionne

Durante una protesta i lavoratori impiccarono un manichino con in faccia la foto di Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat.
A cura di Davide Falcioni
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La Fiat ha deciso di usare il pugno di ferro: martedì, infatti, quattro operai in cassa integrazione hanno ricevuto una lettera di licenziamento dal Lingotto. Secondo il Comitato di lotta cassintegrati e licenziati Fiat legato al sindacato Slai Cobas, l'azienda avrebbe contestato la partecipazione dei lavoratori ai sit in organizzati il 5 e 10 giugno davanti al polo logistico di Nola per chiedere il ritorno a Pomigliano degli oltre 300 lavoratori distaccati dal 2008 e da allora in cassa integrazione. Nel corso delle proteste comparse un manichino impiccato con la foto di Marchionne incollata sul volto. Inoltre venne mostrata anche una bara, a inscenare un funerale. I lavoratori sostennero di aver allestito quelle scene per ricordare i suicidi e tentati suicidi di alcuni lavoratori Fiat in cassa integrazione.

Il Lingotto riterrebbe che i lavoratori  abbiano “provocato gravissimo nocumento morale all’azienda ed al suo vertice societario”. Per questo sarebbero stati licenziati i quattro operai, anche se non è ancora noto come siano stati individuati. Alle proteste, infatti, parteciparono decine di dipendenti.

La notizia del licenziamento dei quattro operai ha innescato la rabbia dei lavoratori, che hanno proclamato due ore di sciopero per domani, dalle 13 alle 15, oltre a un nuovo presidio di fronte ai cancelli dello stabilimento di Pomigliano.

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