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Fiat-Chrysler: Marchionne incontra Berlusconi

Oggi si terrà l’incontro tra Sergio Marchionne, l’amministratore delegato della Fiat e Silvio Berlusconi. L’incontro verterà sulle strategie economiche della Fiat in Italia.
A cura di Fernanda Pica
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sergio marchionne

Dopo le voci sul trasferimento della Fiat a Detroit, che hanno messo in fibrillazione il mondo sindacale italiano, arriva finalmente il giorno dell'incontro tra Marchionne e Berlusconi per chiarire quali sono le strategie del Lingotto rispetto al nostro Paese.

Sergio Marchionne, l'amministratore delegato della Fiat, è arrivato solo da qualche ora a Palazzo Chigi per partecipare all'incontro con il premier Silvio Berlusconi e il presidente del Lingotto, John Elkann.

Ma il tavolo dell'incontro tra i vertici Fiat e il presidente del Consiglio è destinato poi ad allargarsi nel corso della giornata anche al Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, al sottosegretario alla presidenza, Gianni Letta, al ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, al ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, e ad alcuni esponenti degli enti locali, quali il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino e infine il presidente della provincia di Torino, Antonio Saitta.

L'incontro verterà sulle strategie economiche del Gruppo Fiat in Italia, sul piano di attuazione di Fabbrica Italia e sul programma industriale da 20 miliardi di euro. Ma soprattutto i temi centrali del vertice d'incontro saranno la fusione dell'azienda con Chrysler, la casa automobilistica statunitense, il nuovo assetto del gruppo, e soprattutto si cercherà di far chiarezza sulla posizione di Marchionne in merito alla possibilità del trasferimento a Detroit della società torinese. Questa ipotesi era stata in un primo momento ventilata dallo stesso amministratore delegato che poi pare sia ritornato sui suoi passi  ridimensionando radicalmente la questione. Tuttavia, com'era prevedibile, la vicenda ha destato le ire delle associazioni sindacali, rendendo ancor più tesa una situazione già molto delicata, dopo la difficile intesa raggiunta tra la Fiat e la Cgil nel contratto di Mirafiori.

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